La vita spesso è ingiusta, perfida e fa male.
Soprattutto quando Pietro si accorge che il proprio corpo non è come egli vorrebbe. La sua individualità, scialba e poco attraente, persa nel grigio dei giorni, vacilla sotto il disprezzo della gente e dei colleghi a lavoro. Inizia così un suo personale voyage à l’enfer del dolore che lo inabisserà nell’infinito delle notti dove si cela dietro a qualche nickname per illudersi di una parvenza di rapporti sociali. Stanco della sua misera esistenza nulla pare però potergli donare sollievo. Ha fame di vita. E per sopperire a questo bisogno si sfoga con il cibo mangiando fino a stare male.
Anche Silvia spera che la sua vita possa cambiare. La famiglia la vorrebbe occupata nello studio del padre, immersa in una rassicurante routine, invece, lei ha necessità di un’impellente libertà per costruire il futuro con le proprie forze. Volontaria in un gattile che accoglie gatti randagi, guarda alla vita con occhi innocenti e puri.
Accanto a loro si muovono Ciro e Anna. Lui, collega di Pietro e volontario al gattile, giovane napoletano alle prese con i propri tormenti interiori legati a una doppia dipendenza e a una relazione complicata. Lei, responsabile del gattile con alle spalle una sfortunata relazione sentimentale che l’ha segnata.
Sarà proprio un’effrazione al gattile a dare il là a un susseguirsi di eventi drammatici che cambierà per sempre le esistenze di tutti.
Un romanzo agrodolce, sofferto e intenso. Per certi versi spietato come i pregiudizi che avvelenano la vita delle persone.
Soprattutto quando Pietro si accorge che il proprio corpo non è come egli vorrebbe. La sua individualità, scialba e poco attraente, persa nel grigio dei giorni, vacilla sotto il disprezzo della gente e dei colleghi a lavoro. Inizia così un suo personale voyage à l’enfer del dolore che lo inabisserà nell’infinito delle notti dove si cela dietro a qualche nickname per illudersi di una parvenza di rapporti sociali. Stanco della sua misera esistenza nulla pare però potergli donare sollievo. Ha fame di vita. E per sopperire a questo bisogno si sfoga con il cibo mangiando fino a stare male.
Anche Silvia spera che la sua vita possa cambiare. La famiglia la vorrebbe occupata nello studio del padre, immersa in una rassicurante routine, invece, lei ha necessità di un’impellente libertà per costruire il futuro con le proprie forze. Volontaria in un gattile che accoglie gatti randagi, guarda alla vita con occhi innocenti e puri.
Accanto a loro si muovono Ciro e Anna. Lui, collega di Pietro e volontario al gattile, giovane napoletano alle prese con i propri tormenti interiori legati a una doppia dipendenza e a una relazione complicata. Lei, responsabile del gattile con alle spalle una sfortunata relazione sentimentale che l’ha segnata.
Sarà proprio un’effrazione al gattile a dare il là a un susseguirsi di eventi drammatici che cambierà per sempre le esistenze di tutti.
Un romanzo agrodolce, sofferto e intenso. Per certi versi spietato come i pregiudizi che avvelenano la vita delle persone.