Maggio 1677. In una valle delle Alpi poco lontana dalla Provenza e dal mare, un giovane pastore di nome Angus porta al pascolo il suo piccolo gregge. È ancora inverno, nella valle. Tutto è fermo, immobile, la vita sembra languire nell’algido rigore del paesaggio invernale. Una domanda silenziosa sale dal cuore del ragazzo: basterebbe poca erba per nutrire le sue capre e riceverne in cambio del buon latte. La muta risposta gli giunge da una nuvola... e il miraggio di un prato verde appare in tutto il suo splendore davanti ai suoi occhi. La natura fin lì tanto austera, da matrigna si fa madre generosa, si scrolla di dosso il suo manto di neve e regala al giovane allibito una stagione nuova, che presto coinvolge anche i suoi sensi e il suo cuore in una favola d’amore.
Una fata, un uomo e la montagna è la storia di un’intesa senza tempo tra due amanti appassionati ma è soprattutto metafora dell’armonia perfetta tra il Creato e le sue creature, della fugacità del tempo e della bellezza di ogni limite umano... che non conosce fine.
Una fata, un uomo e la montagna è la storia di un’intesa senza tempo tra due amanti appassionati ma è soprattutto metafora dell’armonia perfetta tra il Creato e le sue creature, della fugacità del tempo e della bellezza di ogni limite umano... che non conosce fine.