Nella stesura di questo libro mi è sembrato opportuno porre, innanzitutto, l’attenzione sui compiti evolutivi della famiglia dettati dal ciclo vitale fin dal momento della formazione della coppia, per arrivare alla particolare considerazione delle fasi che hanno condotto alla scelta adottiva.
Premettendo che l'adozione è una misura di protezione dell'infanzia che ha l'obiettivo di offrire una famiglia a un minore al quali i genitori biologici non sono in grado di provvedere né materialmente, né affettivamente, affinchè abbia un esito favorevole molto dipenderà da come i genitori adottivi e il bambino adottato riusciranno ad elaborare ed integrare le reciproche mancanze in un progetto comune: al bambino manca un adeguato contesto affettivo ed educativo, ad una coppia manca un figlio che possa colmare il desiderio di maternità e paternità.
Mi sono soffermata ad esaminare quali sono i fattori di rischio nei confronti dei quali gli operatori che hanno il compito di valutare e seguire l’intero percorso adottivo, dal pre al post-adozione, devono prestare particolare attenzione, onde evitare che l’esperienza adottiva si riveli un fallimento.
Per fallimento adottivo si intende quello che si verifica in una famiglia che non è stata in grado di accogliere ed instaurare una relazione significativa dal punto di vista affettivo con un bambino, non è riuscita a affrontare i compiti evolutivi che le varie fasi del ciclo vitale della famiglia richiedeva e non ha potuto sostenere ed accompagnare l’adottato fino al raggiungimento della sua autonomia in età adulta.
Sono stati esaminati, quindi, i fattori di rischio sia per quanto concerne la coppia genitoriale, sia per quanto riguarda il bambino.
Numerosi fallimenti adottivi potrebbero essere evitati con un preventivo ed efficace intervento dei servizi di sostegno. Il servizio di sostegno alle adozioni e presa in carico delle famiglie è una risposta al bisogno di affrontare, in un’ottica relazionale e di supporto, le criticità connesse alla relazione tra genitori e figli nel corso delle diverse fasi del ciclo di vita della famiglia adottiva.
Gli interventi di sostegno o di presa in carico delle famiglie adottive devono sempre tenere conto della specificità dell’esperienza adottiva. Occorre esplorare la rilevanza dell’adozione e la possibile correlazione tra i problemi attuali definiti dai sintomi, la storia adottiva e la dinamica relazionale costruita nel percorso adottivo, anche nel caso che i disturbi si presentino a distanza di anni.
Il sostegno si può suddividere in due livelli: il livello standard, rivolto alla totalità delle famiglie riguardante temi comuni, ed un livello clinico o mirato, rivolto al singolo nucleo familiare in presenza di esigenze specifiche.
Il livello di sostegno standard è motivato dal fatto che tutte le famiglie adottive, indipendentemente dalle loro caratteristiche, devono affrontare tematiche particolarmente complesse denominate Temi Sensibili dell’Adozione.
L’impatto con il bambino traumatizzato mette a dura prova le capacità dei genitori adottivi che possono ritrovarsi, se non adeguatamente preparati, ad essere oggetto di comportamenti difficili da comprendere e da gestire.
Gli interventi di follow-up organizzato consentirebbero di attivare azioni tempestive di sostegno al nucleo familiare nel momento in cui si avvertono i primi segnali di difficoltà, anziché dopo l’esplosione dei conflitti.
Gli operatori rivestono, nella realtà dell’adozione, una importante risorsa per le famiglie e per i bambini. Il sostegno degli esperti ha la funzione di incentivare lo sviluppo da parte dei genitori e del figlio adottivo di quei fattori di protezione che possono favorire la buona riuscita del percorso adottivo e l’integrazione del bambino nella nuova famiglia e nel nuovo contesto.
Premettendo che l'adozione è una misura di protezione dell'infanzia che ha l'obiettivo di offrire una famiglia a un minore al quali i genitori biologici non sono in grado di provvedere né materialmente, né affettivamente, affinchè abbia un esito favorevole molto dipenderà da come i genitori adottivi e il bambino adottato riusciranno ad elaborare ed integrare le reciproche mancanze in un progetto comune: al bambino manca un adeguato contesto affettivo ed educativo, ad una coppia manca un figlio che possa colmare il desiderio di maternità e paternità.
Mi sono soffermata ad esaminare quali sono i fattori di rischio nei confronti dei quali gli operatori che hanno il compito di valutare e seguire l’intero percorso adottivo, dal pre al post-adozione, devono prestare particolare attenzione, onde evitare che l’esperienza adottiva si riveli un fallimento.
Per fallimento adottivo si intende quello che si verifica in una famiglia che non è stata in grado di accogliere ed instaurare una relazione significativa dal punto di vista affettivo con un bambino, non è riuscita a affrontare i compiti evolutivi che le varie fasi del ciclo vitale della famiglia richiedeva e non ha potuto sostenere ed accompagnare l’adottato fino al raggiungimento della sua autonomia in età adulta.
Sono stati esaminati, quindi, i fattori di rischio sia per quanto concerne la coppia genitoriale, sia per quanto riguarda il bambino.
Numerosi fallimenti adottivi potrebbero essere evitati con un preventivo ed efficace intervento dei servizi di sostegno. Il servizio di sostegno alle adozioni e presa in carico delle famiglie è una risposta al bisogno di affrontare, in un’ottica relazionale e di supporto, le criticità connesse alla relazione tra genitori e figli nel corso delle diverse fasi del ciclo di vita della famiglia adottiva.
Gli interventi di sostegno o di presa in carico delle famiglie adottive devono sempre tenere conto della specificità dell’esperienza adottiva. Occorre esplorare la rilevanza dell’adozione e la possibile correlazione tra i problemi attuali definiti dai sintomi, la storia adottiva e la dinamica relazionale costruita nel percorso adottivo, anche nel caso che i disturbi si presentino a distanza di anni.
Il sostegno si può suddividere in due livelli: il livello standard, rivolto alla totalità delle famiglie riguardante temi comuni, ed un livello clinico o mirato, rivolto al singolo nucleo familiare in presenza di esigenze specifiche.
Il livello di sostegno standard è motivato dal fatto che tutte le famiglie adottive, indipendentemente dalle loro caratteristiche, devono affrontare tematiche particolarmente complesse denominate Temi Sensibili dell’Adozione.
L’impatto con il bambino traumatizzato mette a dura prova le capacità dei genitori adottivi che possono ritrovarsi, se non adeguatamente preparati, ad essere oggetto di comportamenti difficili da comprendere e da gestire.
Gli interventi di follow-up organizzato consentirebbero di attivare azioni tempestive di sostegno al nucleo familiare nel momento in cui si avvertono i primi segnali di difficoltà, anziché dopo l’esplosione dei conflitti.
Gli operatori rivestono, nella realtà dell’adozione, una importante risorsa per le famiglie e per i bambini. Il sostegno degli esperti ha la funzione di incentivare lo sviluppo da parte dei genitori e del figlio adottivo di quei fattori di protezione che possono favorire la buona riuscita del percorso adottivo e l’integrazione del bambino nella nuova famiglia e nel nuovo contesto.
