Con questo saggio si vuole dare risposta ad alcune essenziali domande riguardanti le reali motivazioni che hanno portato Dante Alighieri a comporre la Divina Commedia e, al contempo, mettere in evidenza la strategia da lui innescata per prevalere su tutta una società che egli condanna senza reticenze, compresi i suoi colleghi letterati del presente e del passato.Il sapiente filtro poetico ha messo al sicuro l’ambiziosissimo autore da eventuali - e diversamente abbastanza logiche - accuse di egocentrismo o di megalomania, se non addirittura di empietà. L’esperienza visionaria dell’aldilà, dalle valenze dichiaratamente messianiche, gli offre, infatti, la possibilità di ergersi a sommo giudice così da poter condannare o assolvere, non sempre e non solo alla luce dell’etica cristiana, una moltitudine di persone fatte a bella posta convergere nelle maglie del poema.A secoli di distanza, la prospettiva storica, col suo enorme carico di studi specialistici assai approfonditi e dettagliati sul personaggio e di analisi precisa e puntuale dell’intera sua opera, ha contribuito a creare un’immagine distaccata, statuaria, granitica, inattaccabile del poeta fiorentino: per questo si è cercato di riportarlo a una dimensione più viva e autentica, che pure gli è appartenuta nel corso della sua esistenza, legata alle comuni esigenze della quotidianità, all’intimità dei sentimenti più personali e segreti, e anche ai tratti meno nobili e più umani del carattere.
Il Cattivo Maestro: Dante Intimo (Sapere)
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