In alcuni paesi sviluppati, come l’Italia, potrebbe accadere un fatto insolito da secoli: che i nati nel Secondo millennio, una volta adulti, stiano peggio dei loro genitori. Succederebbe che invece di un miglioramento, si avrebbe un conflitto, quasi di classe, tra le generazioni, tra i ricchi e i tutelati da una parte, e gli anziani, i poveri e gli abbandonati, i giovani, dall’altra. Che è successo? I genitori si sono mangiata tutta la torta? Non è assolutamente così, dice Giulio Sapelli, economista e sociologo, attentissimo osservatore dei fenomeni del mondo contemporaneo. E allora com’è? Sapelli ci dà la sua versione che, come al solito, stupisce.
La pubblicazione contiene anche, in italiano, il discorso di Steve Jobs a Stanford, il suo testamento ideale ai giovani; uno scritto giovanile di Piero Gobetti, uno dei maggiori intellettuali pubblici indipendenti; le riflessioni di Gramsci dal carcere sul rapporto tra le generazioni; un discorso memorabile di Piero Calamandrei sulla Costituzione e i giovani; e infine il testo di una veemente mail di un giovane meridionale allo stesso Giulio Sapelli.
La pubblicazione contiene anche, in italiano, il discorso di Steve Jobs a Stanford, il suo testamento ideale ai giovani; uno scritto giovanile di Piero Gobetti, uno dei maggiori intellettuali pubblici indipendenti; le riflessioni di Gramsci dal carcere sul rapporto tra le generazioni; un discorso memorabile di Piero Calamandrei sulla Costituzione e i giovani; e infine il testo di una veemente mail di un giovane meridionale allo stesso Giulio Sapelli.