- Invito alla lettura e scheda critica essenziale
- Corto viaggio sentimentale
- Edizione integrale
Con questo romanzo irrompe fragorosamente nel panorama letterario italiano, in quegli anni segnato dai fasti del superomismo dannunziano, la figura dell’“inetto”. Alfonso è un giovane introverso e con qualche ambizione letteraria, costretto suo malgrado a una vita da mediocre impiegato. Un giorno conosce Annetta, la figlia del banchiere Maller, con la quale condivide l’amore per la letteratura e con cui intreccia una relazione. Ma sarà proprio la sua inettitudine, la sua incapacità a vivere e a relazionarsi, a costringerlo a prendere atto del fallimento totale del proprio progetto di vita. Alfonso con la sua patetica inadeguatezza riassume già in nuce tutti gli attributi del personaggio sveviano: incapace di vivere, inquieto e inconcludente, è vittima della propria diversità, ma al contempo capace più di altri di avvertire i segni latenti del disfacimento sociale. Con i suoi maldestri tentativi di riappropriarsi della propria normalità, e di reinserirsi nel consesso sociale, incarna la tipica figura dell’“inetto”, dell’eroe velleitario, dell’uomo senza qualità, volto all’analisi interiore e consapevole della generale crisi di valori. Crisi cui tuttavia non sa opporre alcun tipo di risposta positiva.
- Corto viaggio sentimentale
- Edizione integrale
Con questo romanzo irrompe fragorosamente nel panorama letterario italiano, in quegli anni segnato dai fasti del superomismo dannunziano, la figura dell’“inetto”. Alfonso è un giovane introverso e con qualche ambizione letteraria, costretto suo malgrado a una vita da mediocre impiegato. Un giorno conosce Annetta, la figlia del banchiere Maller, con la quale condivide l’amore per la letteratura e con cui intreccia una relazione. Ma sarà proprio la sua inettitudine, la sua incapacità a vivere e a relazionarsi, a costringerlo a prendere atto del fallimento totale del proprio progetto di vita. Alfonso con la sua patetica inadeguatezza riassume già in nuce tutti gli attributi del personaggio sveviano: incapace di vivere, inquieto e inconcludente, è vittima della propria diversità, ma al contempo capace più di altri di avvertire i segni latenti del disfacimento sociale. Con i suoi maldestri tentativi di riappropriarsi della propria normalità, e di reinserirsi nel consesso sociale, incarna la tipica figura dell’“inetto”, dell’eroe velleitario, dell’uomo senza qualità, volto all’analisi interiore e consapevole della generale crisi di valori. Crisi cui tuttavia non sa opporre alcun tipo di risposta positiva.