Gilbert M. Sorrel fu il capo di stato maggiore di James Longstreet, il comandante del I Corpo dell’Armata della Virginia Settentrionale, e questo libro di ricordi racconta la sua partecipazione alla Guerra di Secessione.
L’autore lo scrisse dopo più di trent’anni dalla fine della guerra, come testimonianza della sua fede giovanile nella Causa Confederata, della sua grande ammirazione per il generale Robert Lee e per Longstreet, e della sua totale identificazione con la leggendaria Armata. Il libro fu pubblicato postumo.
Nel 1861 Sorrel aveva ventidue anni e apparteneva ad una benestante famiglia di Savannah, in Georgia, e conduceva, come accenna nelle prime pagine del libro, una vita signorile. La Secessione e la presa di Forte Sumter lo eccitarono; come tanti giovani del Sud divenne ansioso di servire la Confederazione e corse ad arruolarsi. Non aveva nessuna preparazione militare, ma aveva educazione e status sociale; poteva quindi aspirare a un grado di ufficiale subalterno, e così fu proposto al generale Longstreet come ufficiale di staff. Al roccioso generale confederato dovette piacere senz’altro l’entusiasta giovane incompetente che si presentava proprio il giorno di Manassas e anche Sorrel rimase colpito dalla figura notevole di Longstreet, “un soldato in ogni pollice”; i due si intesero perfettamente e Sorrel entrò nello stato maggiore di Longstreet, e accompagnò il comandante in tutte le battaglie dalla Prima Manassas alla Wilderness.
Sorrel si rivelò uno dei migliori ufficiali di stato maggiore dell’esercito confederato e diede anche ripetute prove di coraggio in battaglia. Longstreet lo apprezzò talmente da promuoverlo fino a tenente-colonnello e poi lo propose per il grado di generale di brigata; la proposta non fu approvata. Ferito nelle battaglie di Sharpsburg e di Gettysburg, la grande occasione si presentò nella Wilderness dove Sorrel condusse in prima persona il famoso attacco di fianco che mise a mal partito il generale unionista Hancock. Promosso generale nell’ottobre 1864, Sorrel fu ferito ancora due volte sul campo e la resa di Appomattox lo colse quando era ancora convalescente.
Gilbert M. Sorrel non aveva tenuto un diario del periodo della guerra; di conseguenza per scrivere il libro andò a memoria; per sua scelta questo non doveva essere un libro di memorie militari, ne erano già stati scritti tanti. Quindi non c’è nessuna analisi di operazioni militari terrestri; ovviamente le principali battaglie restano sullo sfondo perché costituiscono il filo conduttore dei ricordi; l’approccio del racconto fu quello di un “giornalista”, ritratti sintetici di tutti i protagonisti incontrati, maggiori e minori, militari e civili, e rapide descrizioni di fatti di cui fu testimone.
Nel complesso risulta un libro breve, piacevole e naturale, apprezzato da alcuni storici, che dà una rara visione dall’interno dell’Armata della Virginia Settentrionale e del I Corpo, descrivendo anche la vita militare di tutti i giorni.
L’autore lo scrisse dopo più di trent’anni dalla fine della guerra, come testimonianza della sua fede giovanile nella Causa Confederata, della sua grande ammirazione per il generale Robert Lee e per Longstreet, e della sua totale identificazione con la leggendaria Armata. Il libro fu pubblicato postumo.
Nel 1861 Sorrel aveva ventidue anni e apparteneva ad una benestante famiglia di Savannah, in Georgia, e conduceva, come accenna nelle prime pagine del libro, una vita signorile. La Secessione e la presa di Forte Sumter lo eccitarono; come tanti giovani del Sud divenne ansioso di servire la Confederazione e corse ad arruolarsi. Non aveva nessuna preparazione militare, ma aveva educazione e status sociale; poteva quindi aspirare a un grado di ufficiale subalterno, e così fu proposto al generale Longstreet come ufficiale di staff. Al roccioso generale confederato dovette piacere senz’altro l’entusiasta giovane incompetente che si presentava proprio il giorno di Manassas e anche Sorrel rimase colpito dalla figura notevole di Longstreet, “un soldato in ogni pollice”; i due si intesero perfettamente e Sorrel entrò nello stato maggiore di Longstreet, e accompagnò il comandante in tutte le battaglie dalla Prima Manassas alla Wilderness.
Sorrel si rivelò uno dei migliori ufficiali di stato maggiore dell’esercito confederato e diede anche ripetute prove di coraggio in battaglia. Longstreet lo apprezzò talmente da promuoverlo fino a tenente-colonnello e poi lo propose per il grado di generale di brigata; la proposta non fu approvata. Ferito nelle battaglie di Sharpsburg e di Gettysburg, la grande occasione si presentò nella Wilderness dove Sorrel condusse in prima persona il famoso attacco di fianco che mise a mal partito il generale unionista Hancock. Promosso generale nell’ottobre 1864, Sorrel fu ferito ancora due volte sul campo e la resa di Appomattox lo colse quando era ancora convalescente.
Gilbert M. Sorrel non aveva tenuto un diario del periodo della guerra; di conseguenza per scrivere il libro andò a memoria; per sua scelta questo non doveva essere un libro di memorie militari, ne erano già stati scritti tanti. Quindi non c’è nessuna analisi di operazioni militari terrestri; ovviamente le principali battaglie restano sullo sfondo perché costituiscono il filo conduttore dei ricordi; l’approccio del racconto fu quello di un “giornalista”, ritratti sintetici di tutti i protagonisti incontrati, maggiori e minori, militari e civili, e rapide descrizioni di fatti di cui fu testimone.
Nel complesso risulta un libro breve, piacevole e naturale, apprezzato da alcuni storici, che dà una rara visione dall’interno dell’Armata della Virginia Settentrionale e del I Corpo, descrivendo anche la vita militare di tutti i giorni.
