Dalla loro prima apparizione nel 1979 gli anime e i cartoni animati americani, hanno accompagnato nella crescita intere generazioni di italiani e hanno senza dubbio influenzato la nostra cultura e il nostro modo di vedere la vita e vivere la società.
La loro presa sui giovani spettatori ha però terrorizzato genitori e associazioni, che hanno reagito costringendo le televisioni a censurare il meglio dell’animazione giapponese e americana, diffondendo una cultura sessuo/omofoba che ormai tristemente caratterizza la nostra politica e la nostra società.
Da queste considerazioni è quindi nato questo studio che, dopo un’analisi semiotica delle principali strategie di censura adottate dal 1984 a oggi, indaga come l’atteggiamento sessuofobo e omofobo della TV italiana, produca profonde conseguenze nel processo di formazione del sé e dell’educazione all’affettività del minore.
Infatti, senza voler ingigantire le capacità pedagogiche dell’animazione, non si può negare come il bambino, vedendo brutalmente censurata la fisicità dell’amore nel suo complesso, si ritrovi a crescere con un’idea distorta del suo corpo che negli anni verrà poi confermata (o disconfermata) dall’ambiente culturale circostante.
Infine è con la speranza di aiutare il minore nello sviluppo del suo Io affettivo che questo scritto si conclude proponendo un format televisivo destinato alle scuole, studiato e costruito per diffondere tra i giovani la consapevolezza del proprio corpo, il rispetto per sé stessi e per l’altro e la cultura alla prevenzione delle gravidanze non programmate e delle malattie sessualmente trasmissibili.
Cultura che in Italia purtroppo manca e che espone i nostri giovani a continui pericoli e rischi per la salute.
La loro presa sui giovani spettatori ha però terrorizzato genitori e associazioni, che hanno reagito costringendo le televisioni a censurare il meglio dell’animazione giapponese e americana, diffondendo una cultura sessuo/omofoba che ormai tristemente caratterizza la nostra politica e la nostra società.
Da queste considerazioni è quindi nato questo studio che, dopo un’analisi semiotica delle principali strategie di censura adottate dal 1984 a oggi, indaga come l’atteggiamento sessuofobo e omofobo della TV italiana, produca profonde conseguenze nel processo di formazione del sé e dell’educazione all’affettività del minore.
Infatti, senza voler ingigantire le capacità pedagogiche dell’animazione, non si può negare come il bambino, vedendo brutalmente censurata la fisicità dell’amore nel suo complesso, si ritrovi a crescere con un’idea distorta del suo corpo che negli anni verrà poi confermata (o disconfermata) dall’ambiente culturale circostante.
Infine è con la speranza di aiutare il minore nello sviluppo del suo Io affettivo che questo scritto si conclude proponendo un format televisivo destinato alle scuole, studiato e costruito per diffondere tra i giovani la consapevolezza del proprio corpo, il rispetto per sé stessi e per l’altro e la cultura alla prevenzione delle gravidanze non programmate e delle malattie sessualmente trasmissibili.
Cultura che in Italia purtroppo manca e che espone i nostri giovani a continui pericoli e rischi per la salute.