La narrazione segue i sette anni vissuti nella grande casa all’ultimo piano di palazzo Pamphilj, in piazza Navona a Roma. I ricordi di bambina (dai due agli otto anni) si intrecciano con aneddoti di vita familiare e con descrizioni di una Roma scomparsa. Si è voluto fissare il ricordo di oggetti dimenticati (ad esempio la penna con il pennino e la carta assorbente), le abitudini di vita di quegli anni, i mestieri e le botteghe del centro, odori e sapori che non esistono più. Il testo è completato da immagini tratte dall’archivio di famiglia, da foto recenti e da immagini tratte da siti pubblici.AUTOREMaria Letizia Putti, laureata in Archeologia e Topografia medioevale all’università “La Sapienza” di Roma, per due anni scrittrice di testi radiofonici per la RAI, insegnante di scuola superiore, oggi lavora nella biblioteca di un Ente di ricerca. Si occupa del settore periodici e di un prezioso fondo di libri antichi di carattere scientifico. Dopo molti scritti tecnici, ha pubblicato il romanzo Un uomo tranquillo. Il passato remoto è il suo primo romanzo di carattere autobiografico.
Il passato remoto
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