Evoluzione delle telecomunicazioni italiane
attraverso gli occhi di chi era sul campo
* * * * * * * *
Questo saggio rievoca la nascita delle Telecomunicazioni e narra, attraverso un viaggio a ritroso nella memoria, in maniera semplice ma completa, l’evoluzione dei mezzi trasmissivi e dei Servizi Telefonici nella seconda metà del Novecento.
Le condizioni lavorative di quegli anni, per me assunta nel 1957 al livello più basso (il terzo), erano appesantite da enormi “ingranaggi” che permeavano il lavoro: gabbie salariali, organizzazione assente, il fatto di essere donna e successivamente madre e sposa (e quindi sempre in ansia per non essere in conflitto nei vari ruoli), assenza di asili nido, orari di 48 ore settimanali, e infine il doversi continuamente confrontare con certi atteggiamenti maschilisti e selettivi. Malgrado tutto questo, all’uscita dal mondo del lavoro (1993), con il nono livello quale responsabile dei settori amministrativo e commerciale — traguardo difficile da raggiungere all’epoca per una donna —, mi sono sentita fiera per aver dato il mio piccolo contributo con il massimo dell’abnegazione, e per aver potuto realizzare attraverso il lavoro un percorso di vita oltremodo interessante.
L’auspicio sotteso è che la lettura del libro richiami piacevolmente i ricordi degli anni e degli eventi descritti per tutti gli “anziani” che hanno lavorato nei vari settori telefonici. Ma l’esperienza “di chi era lì” può tornare utile anche alle nuove generazioni: la cultura, in fondo, è ciò che resta nella memoria quando si è dimenticato tutto.
attraverso gli occhi di chi era sul campo
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Questo saggio rievoca la nascita delle Telecomunicazioni e narra, attraverso un viaggio a ritroso nella memoria, in maniera semplice ma completa, l’evoluzione dei mezzi trasmissivi e dei Servizi Telefonici nella seconda metà del Novecento.
Le condizioni lavorative di quegli anni, per me assunta nel 1957 al livello più basso (il terzo), erano appesantite da enormi “ingranaggi” che permeavano il lavoro: gabbie salariali, organizzazione assente, il fatto di essere donna e successivamente madre e sposa (e quindi sempre in ansia per non essere in conflitto nei vari ruoli), assenza di asili nido, orari di 48 ore settimanali, e infine il doversi continuamente confrontare con certi atteggiamenti maschilisti e selettivi. Malgrado tutto questo, all’uscita dal mondo del lavoro (1993), con il nono livello quale responsabile dei settori amministrativo e commerciale — traguardo difficile da raggiungere all’epoca per una donna —, mi sono sentita fiera per aver dato il mio piccolo contributo con il massimo dell’abnegazione, e per aver potuto realizzare attraverso il lavoro un percorso di vita oltremodo interessante.
L’auspicio sotteso è che la lettura del libro richiami piacevolmente i ricordi degli anni e degli eventi descritti per tutti gli “anziani” che hanno lavorato nei vari settori telefonici. Ma l’esperienza “di chi era lì” può tornare utile anche alle nuove generazioni: la cultura, in fondo, è ciò che resta nella memoria quando si è dimenticato tutto.