Domenico Berti fu più volte Ministro nei governi La Marmora e Depretis. Scrisse vari saggi tra i quali spicca “Il processo originale di Galileo Galilei”, dopo approfonditi studi sui documenti originali conservati negli Archivi Segreti Vaticani.
I processi a Galileo furono in realtà due, e fu forse il primo a determinare la decisione di condanna nel processo finale del 1633. Galileo, attraverso l’uso del suo cannocchiale, aveva fatto importanti scoperte che rese note con la pubblicazione del Sidereus Nuncius (marzo 1610). I filosofi aristotelici fecero appello alla Sacra Scrittura per continuare a sostenere invece la tesi geocentrica. Galileo si affrettò ad esporre, attraverso una lettera inviata ad un amico benedettino, i motivi per cui non si poteva parlare di contraddizione tra eliocentrismo e Scrittura, ma tale lettera arrivò nelle mani di due frati domenicani, ed attraverso loro al S.Uffizio, che in un primo momento non si espresse comunque negativamente. Fu dopo la veemente difesa delle sue idee nei confronti degli avversari, che Galileo fu ammonito ad abbandonarle dal cardinale Bellarmino, che agiva per conto di Paolo V. Correva l’anno 1616 e Galileo promise di ubbidire.
I processi a Galileo furono in realtà due, e fu forse il primo a determinare la decisione di condanna nel processo finale del 1633. Galileo, attraverso l’uso del suo cannocchiale, aveva fatto importanti scoperte che rese note con la pubblicazione del Sidereus Nuncius (marzo 1610). I filosofi aristotelici fecero appello alla Sacra Scrittura per continuare a sostenere invece la tesi geocentrica. Galileo si affrettò ad esporre, attraverso una lettera inviata ad un amico benedettino, i motivi per cui non si poteva parlare di contraddizione tra eliocentrismo e Scrittura, ma tale lettera arrivò nelle mani di due frati domenicani, ed attraverso loro al S.Uffizio, che in un primo momento non si espresse comunque negativamente. Fu dopo la veemente difesa delle sue idee nei confronti degli avversari, che Galileo fu ammonito ad abbandonarle dal cardinale Bellarmino, che agiva per conto di Paolo V. Correva l’anno 1616 e Galileo promise di ubbidire.