Dumas sceglie di raccontare in forma romanzata la storia di Marie-Madeleine d'Aubray, una nobildonna parigina vissuta nel Diciassettesimo Secolo che fu una celebre serial killer: oltre a vivere una vita dissoluta, da uno dei suoi amanti imparò a maneggiare i veleni ed è da qui che parte il grande romanziere per sperimentare il proprio talento anche nel genere storico, che avrebbe approfondito anche con 'Il tulipano nero' Fermento 2015) e 'I Borgia'(Fermento 2015). E in effetti l'avvelenatrice protagonista del libro potrebbe tranquillamente fare parte di quest'ultimo romanzo, perché ai Borgia non ha niente da invidiare: una marchesa che, con la propria dimestichezza con le pozioni letali, inizia lentamente a sterminare la propria famiglia. Ma se pensate che la trama si sviluppi intorno a una serie di omicidi, vi sbagliate. È solo il punto di partenza. Questa vicenda ebbe grande clamore alla corte di Luigi XIV e le indagini che ne seguirono portarono alla luce una sterminata rete criminale che si sviluppava attraverso gran parte della nobiltà parigina seicentesca. Di attualità sconcertante, è uno dei libri meno famosi di Dumas. E anche uno dei più meritevoli di essere letti. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.
L’avvelenatrice (Emozioni senza tempo)
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