Agosto 1914, il mondo è in guerra, l´Italia resta neutrale. Il grande gioco per trascinare gli italiani al fronte e al massacro: agenti segreti e nobildonne, avventurieri, politici fanatici e corrotti, monsignori seducenti, generali incapaci, diplomatici, artisti folli e femmes fatales, complotti, delitti, amori e tradimenti, tra farsa e tragedia, la storia di dieci mesi raccontata giorno per giorno.
Agosto 1914, l´Europa entra in guerra, e l´Italia esita per dieci mesi. Rimanere neutrale, mantenere fede al trattato con Vienna e Berlino, oppure cambiare alleato? All´inizio, il peso dell´Italia è decisivo, e potrebbe influire sull´esito del conflitto e sulla sua durata. Secondo alcuni storici tedeschi, se l´Italia avesse mantenuto i patti con la Germania e l´Austria, le divisioni del kaiser Guglielmo avrebbero sfondato la difesa francese sulla Marna, come nel 1870, e in pochi giorni sarebbero arrivate a Parigi. E forse si sarebbero evitati i massacri della Grande Guerra e la disfatta della Germania che portò al nazismo.
Dopo Sarajevo, Roma diventa teatro di un gioco complesso per costringere l´Italia a passare da una parte o dall´altra. Entrano in azione i diplomatici e i servizi segreti, si ricorre a ogni mezzo, minaccia, ricatto. Muore in circostanze misteriose il capo di Stato maggiore, il generale Pollio, favorevole all´Austria. Un affascinante monsignore bavarese a fianco del pontefice agisce come spia di Vienna. Le nobildonne dell´aristocrazia romana tradiscono per amore o per denaro. Avventurieri di ogni paese imbrogliano e corrompono, tutto è in vendita: i francesi assoldano Gabriele D´Annunzio, gli inglesi sovvenzionano Mussolini. Giolitti lascia il governo e rimane in attesa. Il successore Salandra promette la pace e trama per la guerra contro gli italiani che non vogliono partecipare al massacro. Potremmo ottenere tutto rimanendo neutrali, ma prevarranno l´interesse e il fanatismo di pochi.
E intanto, in Italia e nelle varie capitali europee ci si lascia cullare ancora, nell´illusione che la Belle Époque non avrà mai fine.
Roberto Giardina, palermitano, vive dal 1986 in Germania. È corrispondente del Quotidiano Nazionale («La Nazione», «Il Resto del Carlino», «Il Giorno») per la Germania e l´Europa orientale e autore di saggi e romanzi, tradotti in tedesco, francese, spagnolo, tra cui Guida per amare i tedeschi, Biografia del Deutsche Mark, Complotto Reale, L´Altra Europa, L´Europa e le vie del Mediterraneo, Itinerari erotici, Parlami con amore, La lingua del Paradiso, Pizza con crauti, Il mare dei soldati e delle spose.
Agosto 1914, l´Europa entra in guerra, e l´Italia esita per dieci mesi. Rimanere neutrale, mantenere fede al trattato con Vienna e Berlino, oppure cambiare alleato? All´inizio, il peso dell´Italia è decisivo, e potrebbe influire sull´esito del conflitto e sulla sua durata. Secondo alcuni storici tedeschi, se l´Italia avesse mantenuto i patti con la Germania e l´Austria, le divisioni del kaiser Guglielmo avrebbero sfondato la difesa francese sulla Marna, come nel 1870, e in pochi giorni sarebbero arrivate a Parigi. E forse si sarebbero evitati i massacri della Grande Guerra e la disfatta della Germania che portò al nazismo.
Dopo Sarajevo, Roma diventa teatro di un gioco complesso per costringere l´Italia a passare da una parte o dall´altra. Entrano in azione i diplomatici e i servizi segreti, si ricorre a ogni mezzo, minaccia, ricatto. Muore in circostanze misteriose il capo di Stato maggiore, il generale Pollio, favorevole all´Austria. Un affascinante monsignore bavarese a fianco del pontefice agisce come spia di Vienna. Le nobildonne dell´aristocrazia romana tradiscono per amore o per denaro. Avventurieri di ogni paese imbrogliano e corrompono, tutto è in vendita: i francesi assoldano Gabriele D´Annunzio, gli inglesi sovvenzionano Mussolini. Giolitti lascia il governo e rimane in attesa. Il successore Salandra promette la pace e trama per la guerra contro gli italiani che non vogliono partecipare al massacro. Potremmo ottenere tutto rimanendo neutrali, ma prevarranno l´interesse e il fanatismo di pochi.
E intanto, in Italia e nelle varie capitali europee ci si lascia cullare ancora, nell´illusione che la Belle Époque non avrà mai fine.
Roberto Giardina, palermitano, vive dal 1986 in Germania. È corrispondente del Quotidiano Nazionale («La Nazione», «Il Resto del Carlino», «Il Giorno») per la Germania e l´Europa orientale e autore di saggi e romanzi, tradotti in tedesco, francese, spagnolo, tra cui Guida per amare i tedeschi, Biografia del Deutsche Mark, Complotto Reale, L´Altra Europa, L´Europa e le vie del Mediterraneo, Itinerari erotici, Parlami con amore, La lingua del Paradiso, Pizza con crauti, Il mare dei soldati e delle spose.