Andarsene, oltre che un viaggio per il sud America.
Mettendomi nei panni di un lettore sul punto di approcciarsi a questo libro, sorge spontanea la domanda:
Quale l'utilità di questi scritti?
Il libro è di per sé un continuo susseguirsi di avvenimenti, si suppone personali, o quanto meno narrati in prima persona in forma quasi di diario postumo; a che scopo quindi raccontarli?
A che scopo tutto questo inarrestabile parlare di sé?
Mi chiedo se non sia solamente una grande celebrazione di egocentrismo, un voler mostrare al mondo il proprio vissuto nel desiderio di ricevere quante più possibili attenzioni, soldi e fama, come solitamente viene fatto in questi casi.
La speranza intima è di non rientrare in tutto ciò, ma che tutto quanto scritto possa avere utilità al lettore nello strappargli qualche sorriso e, cosa per me molto più importante, qualche riflessione.
Che le situazioni descritte siano poi realmente accadute o meno e che le persone incontrate esistano davvero non è di per sé fondamentale.
Sarebbe per me fondamentale che se una persona scegliesse di usare il proprio prezioso tempo per immergersi in questa lettura almeno che la stessa, con le sue vicende narrate, possa in qualche modo servirgli da ispirazione a:
Non mollare anche in situazioni difficili od insolite ed a cercare di osservare da sé stessi la propria vita per esserne gli unici giudici affidabili.
Essere il più possibile sinceri verso la propria persona e dare maggior ascolto alla propria incorruttibile coscienza per cercare di correggere il tiro dove si riconosce che c'è qualcosa di sbagliato.
Avere la forza nel fare il primo passo per seguire delle scelte spesso contrarie alla logica ma che si sente siano la cosa giusta da fare. Ma anche vedere l'altra faccia della medaglia di certe scelte, ovvero le tante fantasticherie mai realizzate ed il dover costantemente rimettere i piedi per terra e ridimensionarsi alle spesso difficili circostanze.
Tentare costantemente di adattarsi alle stesse circostanze frutto di una scelta di vita che è solo ai primi tentativi nello schivare gli ingiusti meccanismi della società, nella ricerca di qualcosa di autentico.
Evadere da ciò che è considerato dall'opinione comune la normalità, magari per poter semplicemente ammirare lo scorrere del paesaggio fuori da un finestrino e sentire l'aria accarezzare il volto.
Sfiorare o spesso prendere frontalmente determinate riflessioni non rimandabili sull'essenza della vita stessa, dovute a situazioni a volte estreme.
Inseguire sempre, in ogni spostamento ed in ogni permanenza, quel qualcosa che si spera di raggiungere quando si sceglie per intelligenza, convenienza, coraggio, e chissà perché ci si è costretti, di mollare tutto quanto, il posto in cui si è, il lavoro che si ha, le comodità e le molte “certezze”. Un qualcosa definibile con ciò che fa vibrare l'anima e soddisfare il bisogno innato di fare esperienza della vita, comprendere.
Andarsene, in cerca di questo qualcosa.
Mettendomi nei panni di un lettore sul punto di approcciarsi a questo libro, sorge spontanea la domanda:
Quale l'utilità di questi scritti?
Il libro è di per sé un continuo susseguirsi di avvenimenti, si suppone personali, o quanto meno narrati in prima persona in forma quasi di diario postumo; a che scopo quindi raccontarli?
A che scopo tutto questo inarrestabile parlare di sé?
Mi chiedo se non sia solamente una grande celebrazione di egocentrismo, un voler mostrare al mondo il proprio vissuto nel desiderio di ricevere quante più possibili attenzioni, soldi e fama, come solitamente viene fatto in questi casi.
La speranza intima è di non rientrare in tutto ciò, ma che tutto quanto scritto possa avere utilità al lettore nello strappargli qualche sorriso e, cosa per me molto più importante, qualche riflessione.
Che le situazioni descritte siano poi realmente accadute o meno e che le persone incontrate esistano davvero non è di per sé fondamentale.
Sarebbe per me fondamentale che se una persona scegliesse di usare il proprio prezioso tempo per immergersi in questa lettura almeno che la stessa, con le sue vicende narrate, possa in qualche modo servirgli da ispirazione a:
Non mollare anche in situazioni difficili od insolite ed a cercare di osservare da sé stessi la propria vita per esserne gli unici giudici affidabili.
Essere il più possibile sinceri verso la propria persona e dare maggior ascolto alla propria incorruttibile coscienza per cercare di correggere il tiro dove si riconosce che c'è qualcosa di sbagliato.
Avere la forza nel fare il primo passo per seguire delle scelte spesso contrarie alla logica ma che si sente siano la cosa giusta da fare. Ma anche vedere l'altra faccia della medaglia di certe scelte, ovvero le tante fantasticherie mai realizzate ed il dover costantemente rimettere i piedi per terra e ridimensionarsi alle spesso difficili circostanze.
Tentare costantemente di adattarsi alle stesse circostanze frutto di una scelta di vita che è solo ai primi tentativi nello schivare gli ingiusti meccanismi della società, nella ricerca di qualcosa di autentico.
Evadere da ciò che è considerato dall'opinione comune la normalità, magari per poter semplicemente ammirare lo scorrere del paesaggio fuori da un finestrino e sentire l'aria accarezzare il volto.
Sfiorare o spesso prendere frontalmente determinate riflessioni non rimandabili sull'essenza della vita stessa, dovute a situazioni a volte estreme.
Inseguire sempre, in ogni spostamento ed in ogni permanenza, quel qualcosa che si spera di raggiungere quando si sceglie per intelligenza, convenienza, coraggio, e chissà perché ci si è costretti, di mollare tutto quanto, il posto in cui si è, il lavoro che si ha, le comodità e le molte “certezze”. Un qualcosa definibile con ciò che fa vibrare l'anima e soddisfare il bisogno innato di fare esperienza della vita, comprendere.
Andarsene, in cerca di questo qualcosa.