Giorgio ha sempre vissuto una vita attiva, lavorando nella stessa ditta per decenni fino al momento della pensione. È agiato, con moglie e figli ancora giovani, eppure soffre moltissimo, faticando a riconoscersi nella nuova vita da pensionato fatta di mattinate vuote, scadenze assenti, giornate da riempire. Emerge prepotente in lui un'aggressività spesso immotivata, che penserà bene di dirigere su un facile quanto curioso bersaglio... Con una narrazione che alterna gli eventi del presente ai flashback della giovinezza in una Milano e in una società che non ci sono più, il romanzo traccia il ritratto impietoso di un uomo senza qualità, costretto a inventarsi un passatempo per non annegare nella sua stessa, invincibile rabbia.
Andava a veder morire i piccioni: 267 (Linferno)
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