L’opera più famosa dell’Illuminismo italiano, scritta nel 1764 da Cesare Beccaria, nella quale vengono affermati il rifiuto della pena di morte, l’inutilità della tortura e il vero scopo rieducativo delle sanzioni.
L’autore
Cesare Bonesana-Beccarìa, marchese di Gualdrasco e di Villareggio (Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794) fu un giurista, filosofo, economista e letterato italiano, figura di spicco dell’Illuminismo, legato agli ambienti intellettuali milanesi.
Prefazione a cura di Giovanni Fantasia
Nato a Gaeta nel 1984 e giornalista pubblicista dal 2008, ha collaborato con quotidiani, periodici, programmi radiofonici e siti internet di informazione. Laureato in Industria Culturale e Comunicazione Digitale ha ricoperto l’incarico di addetto stampa del Comune di Gaeta dal 2007 al 2012.
L’autore
Cesare Bonesana-Beccarìa, marchese di Gualdrasco e di Villareggio (Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794) fu un giurista, filosofo, economista e letterato italiano, figura di spicco dell’Illuminismo, legato agli ambienti intellettuali milanesi.
Prefazione a cura di Giovanni Fantasia
Nato a Gaeta nel 1984 e giornalista pubblicista dal 2008, ha collaborato con quotidiani, periodici, programmi radiofonici e siti internet di informazione. Laureato in Industria Culturale e Comunicazione Digitale ha ricoperto l’incarico di addetto stampa del Comune di Gaeta dal 2007 al 2012.