I fatti parlano in modo brutale:
nonostante le costituzioni di molti
paesi europei riconoscano un
«diritto al lavoro», la disoccupazione
ha superato in Europa i
trenta milioni di individui. Questo
libro, con un'indagine insieme
rigorosa e provocatoria, s'interroga
sulle ragioni profonde di
questa contraddizione tra i princìpi
e la realtà.
L'autore ripercorre le tappe storiche
attraverso cui si è giunti a
rivendicare un diritto al lavoro e
analizza la natura dei mutamenti
sociali che, con il Welfare di tipo
keynesiano, hanno consentito un
primo effettivo riconoscimento di
questo diritto. Si addentra poi nell'analisi
della crisi che ha investito
il Welfare State facendo riesplodere
la disoccupazione.
Poiché al passato non si ritorna,
e poiché la disoccupazione è il
portato di una tendenza di lungo
periodo imputabile all'applicazione
della tecnologia ai processi
produttivi, la vera sfida del
diritto al lavoro può essere vinta,
a livello europeo, solo scommettendo
sulla riduzione della giornata
lavorativa a parità di salario,
quindi con una redistribuzione
del lavoro che, rifondando lo
Stato sociale, prospetti un'uscita
dal modo capitalistico di produzione
e di consumo
nonostante le costituzioni di molti
paesi europei riconoscano un
«diritto al lavoro», la disoccupazione
ha superato in Europa i
trenta milioni di individui. Questo
libro, con un'indagine insieme
rigorosa e provocatoria, s'interroga
sulle ragioni profonde di
questa contraddizione tra i princìpi
e la realtà.
L'autore ripercorre le tappe storiche
attraverso cui si è giunti a
rivendicare un diritto al lavoro e
analizza la natura dei mutamenti
sociali che, con il Welfare di tipo
keynesiano, hanno consentito un
primo effettivo riconoscimento di
questo diritto. Si addentra poi nell'analisi
della crisi che ha investito
il Welfare State facendo riesplodere
la disoccupazione.
Poiché al passato non si ritorna,
e poiché la disoccupazione è il
portato di una tendenza di lungo
periodo imputabile all'applicazione
della tecnologia ai processi
produttivi, la vera sfida del
diritto al lavoro può essere vinta,
a livello europeo, solo scommettendo
sulla riduzione della giornata
lavorativa a parità di salario,
quindi con una redistribuzione
del lavoro che, rifondando lo
Stato sociale, prospetti un'uscita
dal modo capitalistico di produzione
e di consumo