Una breve ma intensa critica del pensiero economico, condotta con abilità e ingegno da Carlo Gambescia.
"Le trasformazioni sociali hanno natura politica in un ambito politico. E’ vero che questa è l'esperienza storica, ma quello che sostengo è che la politica finisca con la scoperta che la scarsità non è più necessaria. Ora è chiaro che i tempi e i
modi perché questa rivoluzione si compia sono forse molto lunghi. O forse no, la storia ci ha mostrato periodi in cui le accelerazioni sono state rapidissime e hanno portato in breve tempo a trasformazioni gigantesche. La politica è decisione laddove c’è necessità di de-cidere, ovvero di tagliare qualcosa o qualcuno, ed è esattamente questo il portato della logica della scarsità.
Nella società dell’abbondanza non c'è bisogno di politica allo stesso modo in cui nella società della stampa non c'è bisogno di amanuensi: essa semplicemente non serve. Comprendo che la prospettiva dia le vertigini: devono essere le stesse che
provarono gli uomini che compresero come e quando la società contadina dei primi del novecento si sarebbe trasformata, e furono davvero in pochi a pensarlo. Ebbene, il
livello di trasformazione che vedo in procinto di manifestarsi nella società è di gran lunga maggiore di quello".
"Le trasformazioni sociali hanno natura politica in un ambito politico. E’ vero che questa è l'esperienza storica, ma quello che sostengo è che la politica finisca con la scoperta che la scarsità non è più necessaria. Ora è chiaro che i tempi e i
modi perché questa rivoluzione si compia sono forse molto lunghi. O forse no, la storia ci ha mostrato periodi in cui le accelerazioni sono state rapidissime e hanno portato in breve tempo a trasformazioni gigantesche. La politica è decisione laddove c’è necessità di de-cidere, ovvero di tagliare qualcosa o qualcuno, ed è esattamente questo il portato della logica della scarsità.
Nella società dell’abbondanza non c'è bisogno di politica allo stesso modo in cui nella società della stampa non c'è bisogno di amanuensi: essa semplicemente non serve. Comprendo che la prospettiva dia le vertigini: devono essere le stesse che
provarono gli uomini che compresero come e quando la società contadina dei primi del novecento si sarebbe trasformata, e furono davvero in pochi a pensarlo. Ebbene, il
livello di trasformazione che vedo in procinto di manifestarsi nella società è di gran lunga maggiore di quello".