“Come seguire i propri bambini nell’apprendimento dell’Inglese” (anche se NON parlate Inglese)
Questo breve e-book non vuole essere un manuale di pedagogia o didattica, né tantomeno ha la pretesa di essere esaustivo sugli argomenti proposti. Semplicemente vuole dare qualche piccolo, pratico suggerimento ed alcune modalità sperimentate per accompagnare i propri bambini sulla strada che li porterà, prima di quanto voi crediate, a parlare una seconda lingua con piacere e divertimento.
“Possiamo chiamarla English factory (factory = fabbrica), ma potremo anche chiamarla “lezione-gioco” o “laboratorio di Inglese”, o come preferite. L'idea della fabbrica nasce dal desiderio di "costruire" le basi, mattone dopo mattone, su cui edificare lo studio di una seconda lingua.
Di fatto, si tratta di un momento del tutto ludico per i bambini, dove la fantasia gioca il suo ruolo principale: canzoni, danze, storie, giocattoli e molto altro ancora, animano celando (a volte neanche troppo) i reali obiettivi didattici.
Si cerca infatti, attraverso i linguaggi più amati dai bambini, di utilizzare l’immensa capacità di apprendere nuovi sistemi comunicativi che è insita in ogni bimbo, ancora non condizionato del tutto da fattori linguistici, culturali e sociali interni alla famiglia.”
Questo breve e-book non vuole essere un manuale di pedagogia o didattica, né tantomeno ha la pretesa di essere esaustivo sugli argomenti proposti. Semplicemente vuole dare qualche piccolo, pratico suggerimento ed alcune modalità sperimentate per accompagnare i propri bambini sulla strada che li porterà, prima di quanto voi crediate, a parlare una seconda lingua con piacere e divertimento.
“Possiamo chiamarla English factory (factory = fabbrica), ma potremo anche chiamarla “lezione-gioco” o “laboratorio di Inglese”, o come preferite. L'idea della fabbrica nasce dal desiderio di "costruire" le basi, mattone dopo mattone, su cui edificare lo studio di una seconda lingua.
Di fatto, si tratta di un momento del tutto ludico per i bambini, dove la fantasia gioca il suo ruolo principale: canzoni, danze, storie, giocattoli e molto altro ancora, animano celando (a volte neanche troppo) i reali obiettivi didattici.
Si cerca infatti, attraverso i linguaggi più amati dai bambini, di utilizzare l’immensa capacità di apprendere nuovi sistemi comunicativi che è insita in ogni bimbo, ancora non condizionato del tutto da fattori linguistici, culturali e sociali interni alla famiglia.”
