Un giovane nobile, dopo essere caduto da cavallo durante una festa di carnevale in cui si era mascherato da Enrico IV, impazzisce credendosi davvero l'imperatore tedesco. Dopo dodici anni l'uomo rinsavisce, ma preso dallo sconforto - e non riconoscendosi più nella "forma" di vita che gli era stata imposta - sceglie di continuare a vivere nello spazio irreale e senza tempo della propria follia. Pirandello affronta qui il tema della follia, intesa come unica condizione di libertà, come grido di ribellione personale, come sola via di fuga per sfuggire alla "maschera" che la società ci impone. Un'opera coraggiosa e potente che scandaglia le profondità dell'animo umano, alla ricerca di quella sottile linea di confine tra realtà e personaggio: solo infatti al pazzo è concesso il raro privilegio di stare fuori dagli schemi, di essere socialmente irresponsabile. Ma il conto da pagare è salato.
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