Teogonie, cosmosofie, falloforie e altre tragicomiche prosopopee. In 7 capitoli (Buco nero, Zona grigia, Linea d'ombra, Camera oscura, Notte blu, Tabula rosa e Quaderno rosso).
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Un dialogo tra l’Io e Dio, tra il Tutto assoluto e il relativo Nulla, tra il Doppio che siamo e l’Oblio che ci attende, in una sceneggiatura fatta di duelli ricchi di citazioni che l’autore - un antieroe cosmico alle prese con sconforti e innamoramenti - ingaggia con se stesso e le sue varie anime o proiezioni.
Il volume è un “poema di formazione” in sette capitoli (un climax a colori in 210 componimenti) che ruota intorno all’esperienza dell’esistenza. Un’opera (a suo modo un’epopea) disseminata di incontri onirici, annotazioni ironiche e situazioni di vita reale dagli sviluppi più o meno paradossali.
Un viaggio (ora in terza, ora in prima persona) che mette a fuoco la condizione umana e a nudo il senso tragico e insieme comico di una quotidianità dominata dalla natura e dal tempo (dall’amore, dalla morte) e incistata nella necessità del divenire. Un taccuino in rima di illusioni a perdere e speranze a venire, di arrivi disattesi ma anche di fulminee illuminazioni e piccole rinascite interiori.
Un’avventura in tre fasi (esodo, attraversamento, ritorno) costruita su più livelli narrativi e comunque vissuta in compagnia di miti greci, personaggi biblici, figure letterarie e filosofi cari all’autore, scritta con uno stile originale che procede dall’introspettivo al pirotecnico, dall’alto al basso, fino a toccare gli opposti estremi del criptico e del didascalico, tra puntini di sospensione, grida di aiuto e stati di grazia.
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Ciro Andrea Piccinini, 45 anni, ride e vegeta in provincia di Reggio Emilia, dove sopravvive a se stesso.
Da vent’anni, talvolta con eteronimi, si occupa di libri, musica dal profondo e comunicazione generativa.
Nella stagione degli amori si apparta nella sua turris eburnea o si rifugia in baite di montagna, dove pratica sessioni improvvisate di pensiero speculativo (che poi traduce in brillanti saghe mentali).
Dorme poco e scrive dappertutto, ama leggere le etichette delle bottiglie (o i “bugiardini” dei medicinali) e nel tempo libero lavora per un’azienda nazionale specializzata in alta tecnologia.
Nel 2015, con thedotcompany editore, ha pubblicato la raccolta di liriche “Tabula rosa. 77 variazioni senza tema né tempo”.
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Un dialogo tra l’Io e Dio, tra il Tutto assoluto e il relativo Nulla, tra il Doppio che siamo e l’Oblio che ci attende, in una sceneggiatura fatta di duelli ricchi di citazioni che l’autore - un antieroe cosmico alle prese con sconforti e innamoramenti - ingaggia con se stesso e le sue varie anime o proiezioni.
Il volume è un “poema di formazione” in sette capitoli (un climax a colori in 210 componimenti) che ruota intorno all’esperienza dell’esistenza. Un’opera (a suo modo un’epopea) disseminata di incontri onirici, annotazioni ironiche e situazioni di vita reale dagli sviluppi più o meno paradossali.
Un viaggio (ora in terza, ora in prima persona) che mette a fuoco la condizione umana e a nudo il senso tragico e insieme comico di una quotidianità dominata dalla natura e dal tempo (dall’amore, dalla morte) e incistata nella necessità del divenire. Un taccuino in rima di illusioni a perdere e speranze a venire, di arrivi disattesi ma anche di fulminee illuminazioni e piccole rinascite interiori.
Un’avventura in tre fasi (esodo, attraversamento, ritorno) costruita su più livelli narrativi e comunque vissuta in compagnia di miti greci, personaggi biblici, figure letterarie e filosofi cari all’autore, scritta con uno stile originale che procede dall’introspettivo al pirotecnico, dall’alto al basso, fino a toccare gli opposti estremi del criptico e del didascalico, tra puntini di sospensione, grida di aiuto e stati di grazia.
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Ciro Andrea Piccinini, 45 anni, ride e vegeta in provincia di Reggio Emilia, dove sopravvive a se stesso.
Da vent’anni, talvolta con eteronimi, si occupa di libri, musica dal profondo e comunicazione generativa.
Nella stagione degli amori si apparta nella sua turris eburnea o si rifugia in baite di montagna, dove pratica sessioni improvvisate di pensiero speculativo (che poi traduce in brillanti saghe mentali).
Dorme poco e scrive dappertutto, ama leggere le etichette delle bottiglie (o i “bugiardini” dei medicinali) e nel tempo libero lavora per un’azienda nazionale specializzata in alta tecnologia.
Nel 2015, con thedotcompany editore, ha pubblicato la raccolta di liriche “Tabula rosa. 77 variazioni senza tema né tempo”.