In questo romanzo ambientato a Parigi, Festa immobile, il cui titolo è volutamente ispirato a, Festa mobile, di Ernest Hemingway, sono racchiusi i ricordi di un medico durante il suo soggiorno a Parigi. I desideri, i sogni e le aspettative affiorano dal profilo dei personaggi e sono interpretati in maniera vivida e sincera dalle opinioni personali del protagonista, quasi a voler abbracciare quelle di una generazione intera, per la quale «l'azzardo non consisteva più nel voler continuare a giocare, ma nell'uscire, nel considerare quella partita persa. Nel chiamarsi fuori».Si parla anche di incontri, di luoghi, del concerto di Chris Cornell a La Cigale, al quale l'autore dedica un intero capitolo. Ogni episodio della vita di tutti i giorni diventa spunto per riflessioni sulla vita, sulla società in cui viviamo, e sugli inevitabili rapporti di forza a cui ogni individuo è sottoposto. Lo spazio cittadino descritto nelle scene di vita urbana, non riesce mai ad avere il sopravvento sullo spazio interiore dell'autore, creando così quella tensione narrativa che non solo fa da propulsore al romanzo, ma che rappresenta un vero e proprio scontro tra l'individuo e la società che lo circonda. Chi dei due vincerà? Si intravedono delle risposte: tra le pieghe delle parole, nelle frasi dei personaggi, nella figura di alcuni personaggi sospesi fra « due mondi », magari in ciò che l'autore stesso dichiara apertamente nella premessa: « ... forse ho solo voluto che continuasse ad essere il mio piccolo segreto». Vero è che la musica, l'altra grande attrice di questa opera, fa da sfondo agli avvenimenti sia esteriori che interiori, offrendo il suo appoggio, fornendo quell'istantaneità e quel non calcolare che sono il nutrimento indispensabile della vita.
Festa immobile
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