Come ogni anno all’Istituto San Giuseppe di Tortona sta per svolgersi un torneo di ping-pong. E’ questa l’occasione perché una girandola di personaggi davvero eccentrici s’incontrino per conquistare il trofeo. C’è Vitale, un trentaduenne, che, pur essendo laureato in Psicologia, lavora in un negozio di giocattoli e ogni anno porta nell’Istituto una valigia piena di maschere di carnevale, fialette puzzolenti, mani di gomma, freesbee e boomerang. C’è Benigno che tira a campare facendo l’impersonator di Vasco Rossi. C’è Damaso addetto agli snack dell’Istituto – hot dog, frittelle, Ringo Boys, Smarties. Ci sono Cosimo e Evaristo. Ognuno che dai ventisei ai trent’anni con i lavori che fanno sembrano essere iscritti al Club dei Mestieri Stravaganti di Chesterton. E ci sono Babila e Sebastiano, il campione del torneo, i quali sentono la loro storia d’amore (cominciata in un pullman durante una gita domenicale l’anno prima) minacciata dal fantasma del passato rappresentato da Zita. Suor Beniamina e Suor Claretta e Suor Ughetta accolgono i protagonisti del torneo mentre nell’Istituto nel corso di una frenetica festicciola si svolgono giochi quali il tiro alla fune, il girotondo, bandiera, la corsa coi sacchi e molto altro. Il torneo è l’occasione per ciascuno di questi personaggi di ritrovarsi e di guardarsi nel profondo, di meditare sulla propria condizione: hanno studiato tanto, prendendosi titoli di studi importanti e sono finiti a fare spesso lavori assai umili. Questa commedia frizzante come una Fanta e scoppiettante come una padella sfrigolante di pop-corn, colorata come un Uniposca e sgangherata come la giostra del Polipo Gigante al Luna Park è uno young-adult per adulti, animata da una sarabanda di bamboccioni, spietata, irriverente, paradossale, surreale che col ritmo di una pallina di ping-pong colpirà il lettore costringendolo a riflettere a lungo su aspetti concreti a reali come un barattolo di vernice fresca.
Il campione di ping pong
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