Si è mai visto un delfino con i capelli? Per la protagonista del “diario di un’apneista senza record” anche questo è possibile. Ironicamente raccontata è la storia di desideri che si avverano in un mondo acquaticamente magico dove stare senza respiro in mare diventa la danza non solo del corpo, ma anche della mente e della creatività umana.
Un’autobiografia surreale che nasconde verità a volte spiacevoli, ma che l’ironia e soprattutto la forza del mare permettono di riderci su e di riconoscere quanto basti poco per essere sereni o inebriati dalla narcosi d’azoto. Forse è proprio quest’ultima a provocare nella protagonista la visione dell’uomo di Atlantide, un personaggio della TV degli anni ‘70/80 che pare abbia influenzato lo stile di vita dell’autrice da sempre accompagnata dalla musica dei Depeche Mode.
E il sogno di incontrare proprio il cantante di questo gruppo e di creare una danza per lui potrebbe diventare realtà almeno sul pianeta Marte.
In questo viaggio surreale appare anche il faraone Tutankhamon che parla durante una seduta spiritica accusando l’inutile attaccamento alle cose materiali, all’estetica e alla voglia di successo che diventano superflue in un aldilà dove le anime non hanno un aspetto fisico identificabile, ma sono tutte uguali.
Un’autobiografia surreale che nasconde verità a volte spiacevoli, ma che l’ironia e soprattutto la forza del mare permettono di riderci su e di riconoscere quanto basti poco per essere sereni o inebriati dalla narcosi d’azoto. Forse è proprio quest’ultima a provocare nella protagonista la visione dell’uomo di Atlantide, un personaggio della TV degli anni ‘70/80 che pare abbia influenzato lo stile di vita dell’autrice da sempre accompagnata dalla musica dei Depeche Mode.
E il sogno di incontrare proprio il cantante di questo gruppo e di creare una danza per lui potrebbe diventare realtà almeno sul pianeta Marte.
In questo viaggio surreale appare anche il faraone Tutankhamon che parla durante una seduta spiritica accusando l’inutile attaccamento alle cose materiali, all’estetica e alla voglia di successo che diventano superflue in un aldilà dove le anime non hanno un aspetto fisico identificabile, ma sono tutte uguali.