“Il grande libro dei Garghemol” è una trilogia che narra di un mondo fantastico, collegato con il nostro mondo, dove vivono loro: i Garghemol.
I Garghemol sono esseri magici che hanno un potere straordinario: cacciano via i cattivi pensieri, li distruggono; quando si ha a fianco un Garghemol ci si sente felici, spensierati, leggeri.
Il mondo è in pericolo!
I cattivi pensieri proliferano veloci, gli incubi, soprattutto dei bimbi, rendono la vita più pesante.
La tristezza dilaga!
Tutto questo, noi che viviamo in questo mondo non lo sappiamo, fa parte di un Piano denominato: “IL GRANDE INGANNO”. Alcuni personaggi cattivissimi lo stanno portando avanti.
Il piano del “Grande Inganno” prevede di rendere sempre più tristi i bambini, pieni di cattivi pensieri, tormentati dagli incubi, in modo da indebolirli e poterli convertire al male.
Nel piano del Grande Inganno c’è anche il punto dedicato agli adulti, per snervarli e convertire anche loro al male: rubare loro il Tempo.
Chi sono questi personaggi cattivissimi?
Il Capo è De Profundis (il quale però risponde ad un Capo misterioso), uno psichiatra che prepara pastiglie da dare ai bimbi apparentemente per curare la depressione e l’ansia, ma che in realtà servono per renderli sempre più tristi.
Mentre prepara i suoi intingoli, De Profundis, nel suo Antro-laboratorio, canta: “Tristezza, per favore non andar via… resta qui a casa mia… resta sempre con me…”
I due scagnozzi che aiutano De Profundis sono: l’Archiavvoltoio e la donna con il cuore di pietra.
A contrastare il male ci sono loro: quelli della Compagnia del Bene, i custodi e protettori, coloro che combattono per noi.
E ci sono i Garghemol, chiaramente, che con la loro sola presenza ci aiutano a scacciare via i cattivi pensieri.
I Garghemol vivono nella Contea, in questo mondo bellissimo dove tutti si rispettano, si aiutano e si vogliono bene.
Insieme con i Garghemol vivono gli elfi felici e le fate senza pensieri.
Nella Contea tutto è magico: ci sono i fiori pagliaccio che ridono e raccontano barzellette, le piante che parlano, gli uccelli che cambiano il colore alle proprie piume, ecc.
A Capo della Contea ci sono i vecchi Saggi (che sono proprio vecchi vecchi) e la Regina delle Fate.
Ma è sempre stato così?
No! Anche la Contea ha vissuto anni duri, anni durante i quali esisteva un bosco, ai suoi limiti, e quel bosco era il concentrato del male nel quale gli elfi felici non potevano entrare altrimenti rischiavano di impazzire e trasformarsi in esseri orripilanti.
Solo le fate senza pensieri potevano restare incolumi da tale potere del male.
Ecco perché per tanti anni le fate erano state le custodi del bosco.
Per questo motivo, ed anche perché la sorella della Regina delle fate si era innamorata di un elfo felice scatenando la gelosia del mago della Contea il quale aveva lanciato un maleficio che avrebbe provocato, al primo bacio dei due, tutto il male possibile.
I due non curanti dell’avvertimento, avevano seguito i loro cuori facendo scoppiare “l’inferno” e sparendo dalla faccia della Contea.
Le fate avevano combattuto a fianco degli elfi in quella che era passata alla storia come la “Grande Battaglia” ed erano riuscite a concentrare tutto il male in quel bosco, ma da quel giorno, la maledizione impediva due cose: che gli elfi e le fate vivessero insieme, al fine di impedire che si innamorassero, e che gli elfi entrassero in quel bosco.
Per la grande fierezza delle fate e per il senso di colpa che provavano, da quel giorno esse divennero le custodi del bosco, quindi le sorveglianti del Male.
Tutto questo fino al giorno in cui Selene, la più bella delle fate, ai limiti del bosco vede un elfo che le pare poco felice (cosa stranissima e quasi impossibile) e gli parla; i due non si vedono, si parlano soltanto, ma si innamorano.
L’eflo, che si chiama Scocchio, perché le sue frecce scoccano veloci e sono le più veloci della Contea, affronta il bosco pur di incontrare quella voce.
Dal bacio di Selene e S
I Garghemol sono esseri magici che hanno un potere straordinario: cacciano via i cattivi pensieri, li distruggono; quando si ha a fianco un Garghemol ci si sente felici, spensierati, leggeri.
Il mondo è in pericolo!
I cattivi pensieri proliferano veloci, gli incubi, soprattutto dei bimbi, rendono la vita più pesante.
La tristezza dilaga!
Tutto questo, noi che viviamo in questo mondo non lo sappiamo, fa parte di un Piano denominato: “IL GRANDE INGANNO”. Alcuni personaggi cattivissimi lo stanno portando avanti.
Il piano del “Grande Inganno” prevede di rendere sempre più tristi i bambini, pieni di cattivi pensieri, tormentati dagli incubi, in modo da indebolirli e poterli convertire al male.
Nel piano del Grande Inganno c’è anche il punto dedicato agli adulti, per snervarli e convertire anche loro al male: rubare loro il Tempo.
Chi sono questi personaggi cattivissimi?
Il Capo è De Profundis (il quale però risponde ad un Capo misterioso), uno psichiatra che prepara pastiglie da dare ai bimbi apparentemente per curare la depressione e l’ansia, ma che in realtà servono per renderli sempre più tristi.
Mentre prepara i suoi intingoli, De Profundis, nel suo Antro-laboratorio, canta: “Tristezza, per favore non andar via… resta qui a casa mia… resta sempre con me…”
I due scagnozzi che aiutano De Profundis sono: l’Archiavvoltoio e la donna con il cuore di pietra.
A contrastare il male ci sono loro: quelli della Compagnia del Bene, i custodi e protettori, coloro che combattono per noi.
E ci sono i Garghemol, chiaramente, che con la loro sola presenza ci aiutano a scacciare via i cattivi pensieri.
I Garghemol vivono nella Contea, in questo mondo bellissimo dove tutti si rispettano, si aiutano e si vogliono bene.
Insieme con i Garghemol vivono gli elfi felici e le fate senza pensieri.
Nella Contea tutto è magico: ci sono i fiori pagliaccio che ridono e raccontano barzellette, le piante che parlano, gli uccelli che cambiano il colore alle proprie piume, ecc.
A Capo della Contea ci sono i vecchi Saggi (che sono proprio vecchi vecchi) e la Regina delle Fate.
Ma è sempre stato così?
No! Anche la Contea ha vissuto anni duri, anni durante i quali esisteva un bosco, ai suoi limiti, e quel bosco era il concentrato del male nel quale gli elfi felici non potevano entrare altrimenti rischiavano di impazzire e trasformarsi in esseri orripilanti.
Solo le fate senza pensieri potevano restare incolumi da tale potere del male.
Ecco perché per tanti anni le fate erano state le custodi del bosco.
Per questo motivo, ed anche perché la sorella della Regina delle fate si era innamorata di un elfo felice scatenando la gelosia del mago della Contea il quale aveva lanciato un maleficio che avrebbe provocato, al primo bacio dei due, tutto il male possibile.
I due non curanti dell’avvertimento, avevano seguito i loro cuori facendo scoppiare “l’inferno” e sparendo dalla faccia della Contea.
Le fate avevano combattuto a fianco degli elfi in quella che era passata alla storia come la “Grande Battaglia” ed erano riuscite a concentrare tutto il male in quel bosco, ma da quel giorno, la maledizione impediva due cose: che gli elfi e le fate vivessero insieme, al fine di impedire che si innamorassero, e che gli elfi entrassero in quel bosco.
Per la grande fierezza delle fate e per il senso di colpa che provavano, da quel giorno esse divennero le custodi del bosco, quindi le sorveglianti del Male.
Tutto questo fino al giorno in cui Selene, la più bella delle fate, ai limiti del bosco vede un elfo che le pare poco felice (cosa stranissima e quasi impossibile) e gli parla; i due non si vedono, si parlano soltanto, ma si innamorano.
L’eflo, che si chiama Scocchio, perché le sue frecce scoccano veloci e sono le più veloci della Contea, affronta il bosco pur di incontrare quella voce.
Dal bacio di Selene e S