Un'adolescente trova in soffitta il diario della nonna Michela, e, attraverso la lettura condivisa, scopre i magnifici anni '60, portatori di ribellioni e cambiamenti culturali. Si accorge che i teenagers di tutti i tempi hanno le medesime insicurezze personali, le stesse paure sociali, dubbi emotivi e difficoltà a lasciarsi andare ai sentimenti.
Sullo sfondo delle prime vicende amorose, dei problemi a scuola, delle relazioni tra coetanei e adulti, in un contesto in cui sesso, amore, musica rock e capelloni erano ancora tabù, la giovane Michela vive e fa rivivere un’epoca, compresi gli avvenimenti internazionali tra il novembre del 1966 e il giugno del 1967, anni in cui si ricordano l'alluvione di Firenze, la guerra in Vietnam e nel Medio Oriente e l'inizio delle proteste studentesche e degli scioperi. L'opera affronta temi, spesso tabù negli anni Sessanta, ma lo fa nel rispetto delle diversità e delle possibili divergenze di opinioni.
Nel lettore, che ha vissuto quegli anni, non può che suscitare un sentimento di nostalgia il ripercorrere eventi che, oggi, appaiono così lontani. Emergono problematiche diverse da quelle dei nostri adolescenti: grandi difficoltà nel capire ed esplicitare i propri bisogni e nel chiedere aiuto, e l'incomunicabilità tra le generazioni. La narrazione è rapida e scorrevole. L'opera è di buon gusto, ben scritta, interessante e piacevole. Se il corpo del libro ripercorre le vicende di Michela, nell'epilogo emerge chiaro il segnale che l'autrice vuole mandare: un messaggio di pace, fratellanza, comprensione e accettazione dell’altro.
Sullo sfondo delle prime vicende amorose, dei problemi a scuola, delle relazioni tra coetanei e adulti, in un contesto in cui sesso, amore, musica rock e capelloni erano ancora tabù, la giovane Michela vive e fa rivivere un’epoca, compresi gli avvenimenti internazionali tra il novembre del 1966 e il giugno del 1967, anni in cui si ricordano l'alluvione di Firenze, la guerra in Vietnam e nel Medio Oriente e l'inizio delle proteste studentesche e degli scioperi. L'opera affronta temi, spesso tabù negli anni Sessanta, ma lo fa nel rispetto delle diversità e delle possibili divergenze di opinioni.
Nel lettore, che ha vissuto quegli anni, non può che suscitare un sentimento di nostalgia il ripercorrere eventi che, oggi, appaiono così lontani. Emergono problematiche diverse da quelle dei nostri adolescenti: grandi difficoltà nel capire ed esplicitare i propri bisogni e nel chiedere aiuto, e l'incomunicabilità tra le generazioni. La narrazione è rapida e scorrevole. L'opera è di buon gusto, ben scritta, interessante e piacevole. Se il corpo del libro ripercorre le vicende di Michela, nell'epilogo emerge chiaro il segnale che l'autrice vuole mandare: un messaggio di pace, fratellanza, comprensione e accettazione dell’altro.
