"Luca si chinò su di lui e gli diede un bacio sulle labbra, poi si sdraiò al suo fianco. Fabio sentì sul suo il calore del corpo nudo dell'altro. Ora non erano più nel letto della stanza di Fabio, nella foresteria, ma abbracciati su un tappeto d'erba nel bosco in penombra."
Il giovane Fabio entra in convento percorrendo una strada in cerca di Dio. Prima di accedere al noviziato gli viene concesso del tempo per riflettere su questa importante decisione. Il giovane postulante si trova di conseguenza immerso in un mondo tutto maschile che suscita in lui emozioni che in passato aveva tentato di respingere a causa delle conseguenze negative di alcune esperienze adolescenziali.
Il postulante è un romanzo in cui Antonio Selmi, con una sensibilità nostalgica e fortemente evocativa, lascia riecheggiare fra le righe suggestioni di alto profilo letterario nella tradizione del «romanzo di formazione» europeo del secolo scorso, in particolare del Bildungsroman di lingua tedesca (da Hesse a Musil), e, nelle dispute filosofiche e teologiche fra i seminaristi, ci riporta all'atmosfera densa di tensione conflittuale che pervadeva il capolavoro cinematografico degli anni '70 di Marco Bellocchio, Nel nome del padre.
Un romanzo intimista e profondo, quindi, in cui nulla risulta banale, e tantomeno scontato. L'«educazione sentimentale» del protagonista Fabio si snoda attraverso una tecnica narrativa che intriga e coinvolge, arieggiata da dialoghi che mettono in luce il travaglio interiore dei personaggi senza mai snaturarne la spontanea quotidianità. Un racconto capace di suscitare grandi emozioni.
Il giovane Fabio entra in convento percorrendo una strada in cerca di Dio. Prima di accedere al noviziato gli viene concesso del tempo per riflettere su questa importante decisione. Il giovane postulante si trova di conseguenza immerso in un mondo tutto maschile che suscita in lui emozioni che in passato aveva tentato di respingere a causa delle conseguenze negative di alcune esperienze adolescenziali.
Il postulante è un romanzo in cui Antonio Selmi, con una sensibilità nostalgica e fortemente evocativa, lascia riecheggiare fra le righe suggestioni di alto profilo letterario nella tradizione del «romanzo di formazione» europeo del secolo scorso, in particolare del Bildungsroman di lingua tedesca (da Hesse a Musil), e, nelle dispute filosofiche e teologiche fra i seminaristi, ci riporta all'atmosfera densa di tensione conflittuale che pervadeva il capolavoro cinematografico degli anni '70 di Marco Bellocchio, Nel nome del padre.
Un romanzo intimista e profondo, quindi, in cui nulla risulta banale, e tantomeno scontato. L'«educazione sentimentale» del protagonista Fabio si snoda attraverso una tecnica narrativa che intriga e coinvolge, arieggiata da dialoghi che mettono in luce il travaglio interiore dei personaggi senza mai snaturarne la spontanea quotidianità. Un racconto capace di suscitare grandi emozioni.