Il rosso e il nero della comunicazione è una raccolta di riflessioni sulla circolazione delle informazioni, in termini di distribuzione del sapere pubblicamente condiviso, che avviene attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Riflessioni che si sviluppano intorno a vari temi, dalla natura intrinseca della comunicazione mediata, ai suoi interpreti/attori, alle mutazioni in corso, senza perdere di vista le interconnessioni tra sistema informativo, sistema democratico e sistema di mercato.
In una precedente versione cartacea di questo testo mi limitavo a dire che “ci sono relazioni forti tra tecniche di scrittura ed effetti e la cosa più importante resta la capacità di discernimento del giornalista”. E affermavo: “bisogna sempre saper distinguere quando sia opportuno abbandonarsi ai piaceri di uno stile new journalism e quando, invece, si debba rigidamente rimanere ancorati ai criteri dell’obiettività”.
Oggi mi chiedo: e il supporto? Questi nuovi media che consentono di distribuire notizie che non sono più categorizzabili in maniera tradizionale e che oltre a essere multi-piattaforma sono geneticamente ibride, che tipo di impatto producono?
Questo ebook, nato dall’esperienza giornalistica dell’autore, cercherà di approfondire il controverso tema degli effetti cognitivi dei mass media combinando l’esposizione delle principali teorie scientifiche con il racconto di episodi storici rilevanti per dimostrare come certi vizi vengano da lontano e siano figli dell’intricato rapporto esistente tra sistema politico e “Quarto potere”.
Un secondo obiettivo è insinuare il dubbio sullo strapotere della televisione, accusata di essere, da sempre, la fonte di tutti i mali. La tesi sostenuta è che la televisione sia un “semplice” catalizzatore di mode e che i veri problemi abbiano ben altra fonte. L’avvento di Internet e dei social network ha estremamente ridotto l’importanza del “Quinto potere” e ha dimostrato come sia possibile, oggi, accedere a una pluralità di fonti e organizzare opinioni pubbliche su un’agenda di temi non più “imposta istituzionalmente” attraverso i canali classici di distribuzione delle informazioni.
La fluidità e la trasversalità del web stanno modificando le democrazie e il concetto di cittadinanza. Viviamo un momento storico eccezionale e la “Primavera araba” ne è un esempio straordinario. Le forme di partecipazione stanno cambiando e il démos sta trovando nel web una nuova piattaforma sulla quale organizzarsi, apprendere, entrare in contatto con le diverse realtà e con gli altri. Altro che schiavi della tv!
In conclusione, questo saggio vuole dare il proprio contributo all’eterno dibattito sul potere dei media e sul concetto di post-democrazia. In più lascia aperto un canale di comunicazione tra lettore e autore per approfondire questa discussione online. Questo ebook non dà certezze, ma vuole essere un pre-testo per dare il via a nuove riflessioni su questioni che sono estremamente dinamiche e affascinanti.
(potete trovare la prefazione completa sul sito www.prosaepoesia.net)
In una precedente versione cartacea di questo testo mi limitavo a dire che “ci sono relazioni forti tra tecniche di scrittura ed effetti e la cosa più importante resta la capacità di discernimento del giornalista”. E affermavo: “bisogna sempre saper distinguere quando sia opportuno abbandonarsi ai piaceri di uno stile new journalism e quando, invece, si debba rigidamente rimanere ancorati ai criteri dell’obiettività”.
Oggi mi chiedo: e il supporto? Questi nuovi media che consentono di distribuire notizie che non sono più categorizzabili in maniera tradizionale e che oltre a essere multi-piattaforma sono geneticamente ibride, che tipo di impatto producono?
Questo ebook, nato dall’esperienza giornalistica dell’autore, cercherà di approfondire il controverso tema degli effetti cognitivi dei mass media combinando l’esposizione delle principali teorie scientifiche con il racconto di episodi storici rilevanti per dimostrare come certi vizi vengano da lontano e siano figli dell’intricato rapporto esistente tra sistema politico e “Quarto potere”.
Un secondo obiettivo è insinuare il dubbio sullo strapotere della televisione, accusata di essere, da sempre, la fonte di tutti i mali. La tesi sostenuta è che la televisione sia un “semplice” catalizzatore di mode e che i veri problemi abbiano ben altra fonte. L’avvento di Internet e dei social network ha estremamente ridotto l’importanza del “Quinto potere” e ha dimostrato come sia possibile, oggi, accedere a una pluralità di fonti e organizzare opinioni pubbliche su un’agenda di temi non più “imposta istituzionalmente” attraverso i canali classici di distribuzione delle informazioni.
La fluidità e la trasversalità del web stanno modificando le democrazie e il concetto di cittadinanza. Viviamo un momento storico eccezionale e la “Primavera araba” ne è un esempio straordinario. Le forme di partecipazione stanno cambiando e il démos sta trovando nel web una nuova piattaforma sulla quale organizzarsi, apprendere, entrare in contatto con le diverse realtà e con gli altri. Altro che schiavi della tv!
In conclusione, questo saggio vuole dare il proprio contributo all’eterno dibattito sul potere dei media e sul concetto di post-democrazia. In più lascia aperto un canale di comunicazione tra lettore e autore per approfondire questa discussione online. Questo ebook non dà certezze, ma vuole essere un pre-testo per dare il via a nuove riflessioni su questioni che sono estremamente dinamiche e affascinanti.
(potete trovare la prefazione completa sul sito www.prosaepoesia.net)