L’Italia Unita, nata dall’annientamento del Regno delle Due Sicilie da parte del Regno di Sardegna è ancora oggi intrisa dei pregiudizi creati dalla propaganda del tempo per giustificare tutti gli eccessi che seguirono una conquista e una annessione coloniale. Un velo di codardia, di incapacità, di indolenza, di slealtà, di opportunismo e di sfiducia opprime oggi il Sud. Un Sud povero riscattato dall’Unità con meridionali indolenti, presupponesti, dediti al nepotismo e a raggirare le leggi. Ma è sempre stato così? Il romanzo ripercorre gli anni dal 1858 al 1862 per additare i crimini, chiunque li abbia perpetrati, svincolandosi dall’omertà nemica della giustizia. Ammettere gli abusi e i soprusi che sono stati commessi credo sia la strada per risanare i rapporti tra le due Italie. Il capitano Spinelli, dei duchi di Seminara, protagonista del romanzo insieme ad altri attori, come il suo Re, crede che un’unione sarebbe stata possibile su basi diverse, di collaborazione e rispetto. Invece non rimase che la lotta per difendere l’identità culturale dei popoli del sud, i loro diritti, il loro sviluppo sociale e la loro libertà. Il personaggio principale rivive la questione meridionale e con lui parlano alcuni protagonisti d’allora come i documenti riportano. Con qualche licenza immaginata ma vissuta. Luoghi d’azione: il Regno di Napoli, il Piemonte e lo Stato Pontificio. Una vena d’amore e di crescita personale si muovono tra le quinte.
Il sigillo di carta – Nuova edizione
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