Scritte nel 1968 e rimaste per molti
anni inedite, queste riflessioni di
Lukács sulla questione della democrazia
costituiscono il vero e proprio
testamento politico del filosofo, che
si misura in esse con la crisi del
“socialismo realizzato” di stampo
sovietico e con le contraddizioni del
sistema capitalistico occidentale,
delineando un nuovo concetto di
democrazia capace di dar forma
all’intera società.
Per Lukács la parola democrazia
non denota solo, come nella cultura
politica corrente, un complesso di
istituzioni e di pratiche intese a
garantire il potere d’intervento dei
cittadini nelle questioni politiche. Per
il pensatore ungherese democrazia
è invece il nome che assume il rapporto
attivo del singolo con l’intera
società in cui vive, considerata in tutte
le sue dimensioni. La democrazia
è la «concreta forza ordinativa politica
di quella particolare formazione
economica sul cui terreno essa
nasce, opera, diviene problematica
e scompare».
anni inedite, queste riflessioni di
Lukács sulla questione della democrazia
costituiscono il vero e proprio
testamento politico del filosofo, che
si misura in esse con la crisi del
“socialismo realizzato” di stampo
sovietico e con le contraddizioni del
sistema capitalistico occidentale,
delineando un nuovo concetto di
democrazia capace di dar forma
all’intera società.
Per Lukács la parola democrazia
non denota solo, come nella cultura
politica corrente, un complesso di
istituzioni e di pratiche intese a
garantire il potere d’intervento dei
cittadini nelle questioni politiche. Per
il pensatore ungherese democrazia
è invece il nome che assume il rapporto
attivo del singolo con l’intera
società in cui vive, considerata in tutte
le sue dimensioni. La democrazia
è la «concreta forza ordinativa politica
di quella particolare formazione
economica sul cui terreno essa
nasce, opera, diviene problematica
e scompare».