Decimo Giunio Giovenale, lo sdegnato scrittore satirico latino, nauseato dalla società del I e II secolo d.C.; ignorato dai letterati contemporanei, tranne l'amico Marziale che, però, non conobbe le sue satire; in rotta con i poteri forti – pare che sia stato mandato in esilio una o due volte –; incompreso da gran parte della critica accademica, che, con supponenza, ha retrocesso quasi tutta la sua produzione poetica a sterile e declamatorio esercizio di retorica; vituperato e demonizzato dalla cultura progressista, che vede personificati in lui alcuni “peccati capitali” del momento attuale della civiltà moderna: la misoginia, l'omofobia, la xenofobia, nelle pagine di questo romanzo storico torna a vivere le vicende della sua vita, alcune vere, alcune presunte, altre solo inventate. Chi avrà la pazienza di leggerle, credo che non resterà deluso: nonostante tutto, ancora ha molte cose da insegnare.
Le disavventure di un malpensante
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