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    Non son lucido, ma brillo

    Por MAMMOLA, STEFANO

    Sobre

    Volendo iniziare con un bel coming out, ti confesserò, caro Lettore, che il primo gioco di parole che ricordo di aver inventato fu: Nella foresta di Sherwood vive Batman Hood. Ero ingenuo, facevo forse la prima elementare; giocavo su una relazione del tipo: Robin : Batman = Robin : Hood Lungi dall'essere una battuta sensata o piacevole all'ascolto, fu però il mio battesimo del fuoco. Da allora, fors' anche perché cresciuto in un ambiente dove l'autoironia e il gioco di parole erano all'ordine del giorno, non ho più smesso. Ascolto una parola che ha molteplici significati, e subito cerco di costruirci una crittografia. Prendo appunti a lezione, e mi perdo a disegnar rebus e barzellette (a scopo esemplificativo si veda la scannerizzazione nella prossima pagina). Mi fanno una battuta, e mi premuro di rispondere a tono. Adoro inoltre quelli creati dagli altri: famelico leggo elenchi su elenchi di giochi di parole, pescati qua e là, perdendoci le ore. D'altro canto l'anagramma del mio nome e cognome è Sfamammo a lento, e non si riferisce soltanto alla quantità smisurata di cibo che ingurgito quotidianamente. Col trascorrere degli anni, ho prodotto una quantità ragguardevole di giochi enigmistici e freddure: belli, terribili, arguti, senza senso, agghiaccianti. Molti di questi, forse quasi tutti, li ho dimenticati. Finché l'anno scorso mi sono detto: ?Adesso basta! D'ora in avanti, qualsiasi gioco io inventerò lo metterò per iscritto!?
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