Sugli albori del secolo XIX il pensiero schopenhaueriano si afferma e domina “com'aquila vola”. Si inserisce precisamente nella filosofia critica kantiana, e pur ne differisce spiritualmente, e più dall'evoluzionismo idealistico, che ebbe i suoi epigoni in Fichte, Schelling, Hegel e Schleiermacher. Si pone anch'esso il problema gnoseologico prima di quello ontologico, ma, annettendo all'esperienza e all'intuizione immediata la massima importanza, si trova in opposizione precisa con l'ottimismo allora imperante, poiché nega l'armonia dell'esistenza e ritiene base di questa “un bisogno cieco, indistinto, incapace di soddisfacimento e di riposo, la volontà di vivere”. Di qui il suo pessimismo, e quindi il suo ritorno alla filosofia orientale.
Detto pessimismo Schopenhaueriano, confermato altresì dalla considerazione a priori che soltanto i sentimenti del dolore sono positivi, mentre la natura del sentimento del piacere è negativa, poiché esso è solo la soppressione di un bisogno. Sui mezzi di liberazione dal dolore per mezzo della contemplazione artistica, e di liberazione pratica dalla vita, non vale qui trattenersi; importando intanto rilevare che mentre Schopenhauer ritiene che Lamarck sia in errore quando crede ad un'evoluzione storica dalle forme infime a quelle più elevate, essendo invece, secondo la sua teoria, le dette forme non altro che estrinsecazioni della volontà cosmica, che da questa irradiano senza tuttavia essere in reale connessione reciproca; non di meno, per la sua “volontà di vivere” e per il grande valore da lui attribuito alla lotta nella natura, è un precursore della teoria della evoluzione nella forma datale più tardi da Darwin.
In tale visuale Schopenhauer non si colloca tra i cultori di scienze occulte, ma si afferma certamente come antesignano della moderna metapsichica, “perché sia confermato ancora una volta ed in maniera gloriosa il bel proverbio biblico: “Magna est vis veritatis et praevalebit”.
Detto pessimismo Schopenhaueriano, confermato altresì dalla considerazione a priori che soltanto i sentimenti del dolore sono positivi, mentre la natura del sentimento del piacere è negativa, poiché esso è solo la soppressione di un bisogno. Sui mezzi di liberazione dal dolore per mezzo della contemplazione artistica, e di liberazione pratica dalla vita, non vale qui trattenersi; importando intanto rilevare che mentre Schopenhauer ritiene che Lamarck sia in errore quando crede ad un'evoluzione storica dalle forme infime a quelle più elevate, essendo invece, secondo la sua teoria, le dette forme non altro che estrinsecazioni della volontà cosmica, che da questa irradiano senza tuttavia essere in reale connessione reciproca; non di meno, per la sua “volontà di vivere” e per il grande valore da lui attribuito alla lotta nella natura, è un precursore della teoria della evoluzione nella forma datale più tardi da Darwin.
In tale visuale Schopenhauer non si colloca tra i cultori di scienze occulte, ma si afferma certamente come antesignano della moderna metapsichica, “perché sia confermato ancora una volta ed in maniera gloriosa il bel proverbio biblico: “Magna est vis veritatis et praevalebit”.