Nelle poesie del magistrato e poeta settecentesco Giorgio Baffo rivive la Venezia passionale e licenziosa della tradizione Casanoviana. E proprio Giacomo Casanova nelle sue “Memorie” lo definisce “sublime genio, poeta nel più lubrico di tutti i generi, ma grande e unico”.
Le liriche di Giorgio Baffo, tutte scritte in dialetto veneziano ma perfettamente comprensibili nel loro senso letterario, raccontano senza censure e in maniera del tutto esplicita le avventure e dei desideri dell'autore, creando uno spaccato del tutto verosimile di una società che, al di là della formalità elegante e signorile delle corti, serba angoli di autentica carnalità. Eppure in queste poesie non c'è violenza o perversione, solo il gusto puro e vivo per il sesso, visto con gli occhi di un uomo che quel mondo vuole viverlo fino in fondo, assporandolo con pienezza.
Le liriche di Giorgio Baffo, tutte scritte in dialetto veneziano ma perfettamente comprensibili nel loro senso letterario, raccontano senza censure e in maniera del tutto esplicita le avventure e dei desideri dell'autore, creando uno spaccato del tutto verosimile di una società che, al di là della formalità elegante e signorile delle corti, serba angoli di autentica carnalità. Eppure in queste poesie non c'è violenza o perversione, solo il gusto puro e vivo per il sesso, visto con gli occhi di un uomo che quel mondo vuole viverlo fino in fondo, assporandolo con pienezza.