“Osservavo il cielo, poi la pioggia” nasce come una raccolta di alcuni racconti legati dal filo sottile della riflessione sociale, mista a un sentimento di solitudine che si erge nel silenzio dell’esistenza, nel tumulto dell’anima. La struttura è quella di un narratore non narratore, che osserva e racconta senza raccontare, lascia le parole al vento, al suo moto fugace. Sul fondo, quasi nell’ombra, ci sono due personaggi, Friedrich, stanco della quotidianità ed Herbert, un bimbo morto per il freddo sotto i portici di una città, che nelle intenzioni è Bologna, anche se non viene mai citata. Vi sono tredici racconti brevi, un prologo, e un epilogo denominato “Riflessioni del bambino”. Nei racconti emergono varie riflessioni sociali, sul valore della tecnologia, sulla scelta di lasciare le certezze per inseguire il proprio sogno, sul vivere insieme e sulla democrazia sociale, sul senso della quotidianità e dei rapporti umani, una riflessione e un focus romanzato sulla strage del 2 agsoto 1980 alla stazione di Bologna...
Osservavo il cielo, poi la pioggia
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