Sospesa fra immaginazione e pensiero, solitudine, ricordi e rimpianti. Vorrei ed essere. In questa caleidoscopica dualità risiede la forza espressiva di Loretta De March.
Paesaggi in versi è molto più che un corpus poetico, è una dichiarazione d’intenti, un atto d’amore verso l’arte dello scrivere che denota una sensibilità e una struggente capacità di descrivere i moti dell’animo e di focalizzare i sentimenti. Lo stile mai retorico, privo di fronzoli, senza filtri, che mira direttamente al cuore, affascina il Lettore in una dimensione nuova e altra, alla ricerca del proprio io interiore. Poesia intesa come smacco alla solitudine, come unica salvezza, come speranza di una vita migliore. Una luce sempre accesa quando viene a mancare qualcuno che si ama, quando sembra che tutto sia perduto fra le spire del tempo. Finché appare ineluttabile, una volta e per sempre, che l’altra metà del nostro cielo, la persona per la quale il nostro cuore batte incessantemente e nonostante la nostra volontà, è il viaggio da cui non abbiamo fatto più ritorno.
La Poetessa si interroga sul significato dell’apparenza, applicandola ai sentimenti umani, ai gesti, ai pensieri, alle parole dette e taciute, che ci accompagnano in quella interminabile sequenza di notti perenni che costellano la nostra vita. L’amore è il sentimento che meglio si presta a incarnare il doppio significato insito nell’apparenza: effimero e vitale, reale e immaginario, portatore di speranza e di estrema, lancinante, delusione. La poesia nasce, come la musica, da un’emozione e parole, accenti e rime sono solo strumenti per fare partecipe di quell’emozione chi legge o ascolta. Loretta De March riporta su carta le sensazioni derivate dall’osservazione più pura cui il poeta è capace di accedere e imprime sulla pagina la rivisitazione di momenti e fasi di vita che le sono scivolati davanti agli occhi.
Una silloge delicata, dai toni sfumati, sincera e commovente.
Paesaggi in versi è molto più che un corpus poetico, è una dichiarazione d’intenti, un atto d’amore verso l’arte dello scrivere che denota una sensibilità e una struggente capacità di descrivere i moti dell’animo e di focalizzare i sentimenti. Lo stile mai retorico, privo di fronzoli, senza filtri, che mira direttamente al cuore, affascina il Lettore in una dimensione nuova e altra, alla ricerca del proprio io interiore. Poesia intesa come smacco alla solitudine, come unica salvezza, come speranza di una vita migliore. Una luce sempre accesa quando viene a mancare qualcuno che si ama, quando sembra che tutto sia perduto fra le spire del tempo. Finché appare ineluttabile, una volta e per sempre, che l’altra metà del nostro cielo, la persona per la quale il nostro cuore batte incessantemente e nonostante la nostra volontà, è il viaggio da cui non abbiamo fatto più ritorno.
La Poetessa si interroga sul significato dell’apparenza, applicandola ai sentimenti umani, ai gesti, ai pensieri, alle parole dette e taciute, che ci accompagnano in quella interminabile sequenza di notti perenni che costellano la nostra vita. L’amore è il sentimento che meglio si presta a incarnare il doppio significato insito nell’apparenza: effimero e vitale, reale e immaginario, portatore di speranza e di estrema, lancinante, delusione. La poesia nasce, come la musica, da un’emozione e parole, accenti e rime sono solo strumenti per fare partecipe di quell’emozione chi legge o ascolta. Loretta De March riporta su carta le sensazioni derivate dall’osservazione più pura cui il poeta è capace di accedere e imprime sulla pagina la rivisitazione di momenti e fasi di vita che le sono scivolati davanti agli occhi.
Una silloge delicata, dai toni sfumati, sincera e commovente.