Massimo Recalcati, in Il vuoto e il resto (Mimesis, Milano 2013), trattando della differenza tra inconscio e Es, scrive che «L’inconscio è strutturato come un linguaggio, il suo discorso è quello dell’Altro; è un discorso che è coordinato dalle leggi del significante. L’Es, invece, è freudianamente il “ricettacolo delle pulsioni”, la manifestazione delle esigenze pulsionali del soggetto e la sua legge è quella della ripetizione» (pag. 109).
In questa sede voglio continuare a ribadire la mia profonda e netta contrarietà, riguardo all’uso di «pulsione / pulsionale» relativamente a una dimensione, quella dell’«Id» (= Es), che – come si può vedere anche dal passo sopraccitato –, non c’entra nulla con quella dell’«Ego» (Ich): non si può e non si deve, usare indifferentemente l’aggettivo «pulsionale» e il sostantivo «pulsione» riferendosi ora alla PETIZIONE dell’«Ego» ora alla RIPETIZIONE dell’«Id»! Questa leggerezza, questa trasandatezza lessicale ingenera confusione in un campo, qual è quello della psicoanalisi, che richiede il massimo della chiarezza e della proprietà di linguaggio.
In questa sede voglio continuare a ribadire la mia profonda e netta contrarietà, riguardo all’uso di «pulsione / pulsionale» relativamente a una dimensione, quella dell’«Id» (= Es), che – come si può vedere anche dal passo sopraccitato –, non c’entra nulla con quella dell’«Ego» (Ich): non si può e non si deve, usare indifferentemente l’aggettivo «pulsionale» e il sostantivo «pulsione» riferendosi ora alla PETIZIONE dell’«Ego» ora alla RIPETIZIONE dell’«Id»! Questa leggerezza, questa trasandatezza lessicale ingenera confusione in un campo, qual è quello della psicoanalisi, che richiede il massimo della chiarezza e della proprietà di linguaggio.