Non assomiglia affatto, questo libro di Romeo e Dante Forni, ad un trattato accademicamente rispettoso delle ormai tradizionali suddivisioni tematiche […] che accomunano ogni monografia d’arte. […] Sfogliandolo, ci si avvede che uno splendido nudo di schiena in terracotta, degno dei più arditi e corretti disegni di Sartorio, è coevo d’un acquerello del 1914, ben più ardito delle cose, pur eccezionali, che Morandi o Licini esposero, appunto in quell’anno […]; e da stare al pari delle cose pressoché coeve, e cubiste, di Picasso e del neoconvertito Braque. […] Ci svela un artista chiaramente duplice, e capace, all’interno della sua frenetica attività, di reggere benissimo due diversi e perfino contrastanti registri. Perché, in effetti, le sue talora celeberrime illustrazioni pubblicitarie, che gli guadagnarono fama internazionale senza quasi paragone, ci mostrano un artista di felice e variata inventiva, e spesso di mano lieve e divertita; e ciò mentre continua, di pari passo, a modellare tornite e sintetiche figure popolane, e a schizzare schiene curve al lavoro, seguendo una tradizione e un gusto che pare non lontano da quello inaugurato da Constantin Meunier, e proseguito dal socialismo figurato sia di Barlach che della Kollwitz. È insomma un libro, questo, come di raro avviene d’incontrarne. Svela un artista di gran vaglia, spesso citato di sfuggita e mai seriamente guardato nella concretezza del suo operare; e ricrea, attorno ai casi d’una vita anche avventurosa e insolita, un clima di cui s’è perduto il calore; e restituisce così al lettore ciò che ogni storico gli deve: un qualche frammento di verità, o la sua fascinosa eco. (Dall’Introduzione di Milena Naldi)
Settant’anni con l’arte (Edizioni d’arte)
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