Questa monografia illustra la storia delle epidemie influenzali e della ricerca scientifica finalizzata alla comprensione della dinamica evolutiva dei virus influenzali e della loro caratterizzazione immunologia e biotecnologica.
Il testo racconta il susseguirsi nei secoli delle epidemie influenzali, a partire dalle prime segnalazioni nella Grecia Classica, fino alle moderne interpretazioni scientifiche della virulenza e contagiosità del sottotipo virale responsabile della più devastante epidemia del XX secolo, “la Spagnola”. Questa pandemia, oltre ad essere il paradigma di riferimento degli studi su queste virosi, rimane il target di tutti gli sforzi mirati a vanificare il possibile riemergere di un flagello analogo. La trattazione si dipana su due direttive inter-connesse, il resoconto storico e l’interpretazione scientifica degli avvenimenti epidemiologici più rilevanti. Ne emerge un quadro interpretativo integrato, che, nella speranza dell’autore, dovrebbe aiutare a comprendere l’estrema difficoltà del conseguimento di una prassi operativa univoca e consolidata nell’affrontare queste “antiche e moderne” emergenze sanitarie.
Nel complesso, in accordo con l’autore, il conseguimento di tale obiettivo, richiederà ulteriori rilevanti sforzi di approfondimento delle dinamiche fisiopatologiche e della genetica di popolazione degli ortomixovirus, con la speranza che questi studi confluiscano in una efficace e sollecita analisi di rischio.
Il testo racconta il susseguirsi nei secoli delle epidemie influenzali, a partire dalle prime segnalazioni nella Grecia Classica, fino alle moderne interpretazioni scientifiche della virulenza e contagiosità del sottotipo virale responsabile della più devastante epidemia del XX secolo, “la Spagnola”. Questa pandemia, oltre ad essere il paradigma di riferimento degli studi su queste virosi, rimane il target di tutti gli sforzi mirati a vanificare il possibile riemergere di un flagello analogo. La trattazione si dipana su due direttive inter-connesse, il resoconto storico e l’interpretazione scientifica degli avvenimenti epidemiologici più rilevanti. Ne emerge un quadro interpretativo integrato, che, nella speranza dell’autore, dovrebbe aiutare a comprendere l’estrema difficoltà del conseguimento di una prassi operativa univoca e consolidata nell’affrontare queste “antiche e moderne” emergenze sanitarie.
Nel complesso, in accordo con l’autore, il conseguimento di tale obiettivo, richiederà ulteriori rilevanti sforzi di approfondimento delle dinamiche fisiopatologiche e della genetica di popolazione degli ortomixovirus, con la speranza che questi studi confluiscano in una efficace e sollecita analisi di rischio.