Hard Times fu pubblicato nel 1854, e tratta della società inglese e della rivoluzione industriale. La città di Coketown, in cui è ambientato il romanzo, è il simbolo della disumanizzazione da parte della società industriale che riduce i lavoratori da esseri a forza lavoro (il testo inglese definisce gli operai Hands, che è stato tradotto letteralmente come Mani, per rispettare la scelta stilistica). Nella famiglia protagonista della storia viene impartita una educazione in cui la fantasia viene messa al bando e colpevolizzata, e in cui viene data importanza solo ai Fatti e alle Cifre. Intorno a questa disumanizzazione Dickens costruisce un quadro composito e toccante; il romanzo è più succinto delle altre sue opere, dando meno spazio a divagazione e descrizioni.
Leavis ha descritto il libro essenzialmente come una favola morale, e ha detto che di tutte le opere di Dickens è l’unica che contiene tutti i punti di forza del suo genio – un reale e completo capolavoro; Allen ha definito il romanzo come una critica insuperabile della società industriale; Chesterton l’ha definito la più dura delle sue storie, e Orwell l’ha apprezzato per la sua “rabbia generosa”.
Traduzione di Silvia Cecchini.
Leavis ha descritto il libro essenzialmente come una favola morale, e ha detto che di tutte le opere di Dickens è l’unica che contiene tutti i punti di forza del suo genio – un reale e completo capolavoro; Allen ha definito il romanzo come una critica insuperabile della società industriale; Chesterton l’ha definito la più dura delle sue storie, e Orwell l’ha apprezzato per la sua “rabbia generosa”.
Traduzione di Silvia Cecchini.