Alcune autobiografie, oltre a rivelarci la profonda interiorità di chi le ha scritte, riescono a colpire il cuore del lettore attraverso particolari, aneddoti, sguardi e squarci della realtà che ha visto queste memorie incarnarsi nella pagina scritta.Tempi passati, in questo senso, è molto più che un semplice romanzo autobiografico, qualcosa di diverso rispetto ad un semplice diario intimo dell’autore.Giuseppe Rando ha passato la maggior parte della sua vita sospeso fra cielo e mare. Durante l’adolescenza, quando solcava le acque dello Stretto di Messina, seguendo le impronte paterne; nel successivo periodo dell’apprendistato che ha dato il via alla sua formazione professionale, fino al tempo dei più importanti incarichi ricoperti sulle navi da crociera e sulle petroliere, in cui ha attraversato tutti gli oceani del globo.Ma Tempi passati riesce a travalicare la vita in differita dell’autore e ci regala una diretta testimonianza di un mondo scomparso, quello degli abitanti del borgo di Torre Faro, dove l’autore è nato e cresciuto, in cui usi e costumi, credenze e superstizioni, tecniche di navigazione e di pesca, consigli gastronomici e irresistibili modi di dire si alternano continuamente, regalandoci momenti di autentico spleen e nostalgica rimembranza.Non mancano descrizioni strettamente tecnicistiche, termini marinari e racconti.La vita dell’autore è un brulicare di eventi grandi e piccoli, un oceano di rimembranze in grado di toccare gli argomenti più disparati e il lettore, ripercorrendo gli eventi descritti, si troverà catapultato in un mondo lontano, quasi a rischio di oblio, e scoprirà tutta la magia e l’incanto di un passato nel quale il mare, il cielo e le stelle erano interconnessi con l’interiorità di chi sapeva ascoltarli.Edito da Bibliotheka Edizioni.
Tempi passati: Il faro e le sue genti (Memorie)
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