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    Terra incognita e altri incubi (Perdifiato)

    Por Andrea Casella

    Sobre

    Dieci incubi. Dieci racconti dell’orrore.
    Il professor Sergio Diodoro Segiz riceve una strana lettera – di un esaltato farneticante, indubbiamente! – che descrive il rinvenimento dell’affresco di un santo dalla testa canina, un san Cristoforo cinocefalo e divoratore di uomini, in una cappella seicentesca, nel paese di Canora. Inquietanti ipotesi sull’esistenza di un popolo pagano e selvaggio e di sacrifici umani vengono scartate subito dal docente universitario. Ma le corde della curiosità sono state ormai pizzicate… e altre lettere seguitano.
    "L’orrore di Canora" è solo uno dei racconti di "Terra incognita e altri incubi": inspiegabili omicidi con T di sangue tracciate sui corpi delle vittime, un’antica arpa irlandese che non deve mai essere suonata, giochi sadici con rane e insetti di un bambino, l’enigma di un’isola disabitata su cui sorgono solo cimiteri dimenticati… Dieci incubi. Dieci racconti dell’orrore. Una terra di confine, fatta di natura incontaminata, misteri e antiche superstizioni.
    Terra che è, a volte, un villaggio abbandonato nel Cilento, un ossario umido e maleodorante, il reparto di anatomia patologica di un ospedale. Ma su cui grava sempre, fra i brividi e il terrore puro che scaturisce dalle pagine, l’unica domanda, l’Incognita: quanto, le nostre certezze su bene e male, vita e morte, realtà e sogno, sono fondate?
    L'AUTORE: ntrappolato nella condizione corporea a far tempo dal 02.09.1986, vive a Campora (SA), oscuro villaggio dell’entroterra cilentano. Nutre fin da subito un vividissimo quanto precoce sentimento del vanificarsi di tutte le cose, acuito dalle suggestioni filosofiche del suo antico “vicino di casa”, il teorico dell’ontologia occidentale, Parmenide. La sua opera è un tentativo di conciliare creazione artistica e speculazione filosofica, nella consapevolezza che il genere horror si presti benissimo all’espressione di concetti filosofici “disperanti”. Annovera tra i suoi modelli letterari Hoffmann, Poe, Lovecraft e Ligotti. Inizia a formarsi filosoficamente sugli esistenzialisti (sopratutto Kierkegaard, Camus e Sartre), viene poi folgorato dalle opere di Schopenhauer e di Nietzsche. Lo Gnosticismo costituisce per lui un altro incontro filosofico fondamentale. Confessa che la conoscenza di questa dottrina ha provocato in lui un vero e proprio terremoto spirituale, tanto da consentirgli di poter suddividere la sua vita tra “prima dello Gnosticismo” e “dopo lo Gnosticismo”. Di conseguenza, apprezza tutti gli autori che direttamente o indirettamente si rifanno a esso, con predilezione per Cioran, Caraco, Weininger e Michelstaedter.Collabora con riviste digitali specializzate in tematiche esoteriche e gnostiche, come Lex Aurea e Abraxas, per le quali ha già scritto diversi articoli.
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