Berlino, divisa dal muro degli anni ’70 e 80 del secolo scorso: Carlo Maria Gardenghi, direttore svizzero della sede di Berlino Est di una banca d’affari lussemburghese, prende possesso della sua funzione e delle due città in cui vive e lavora. Per ragioni professionali verrà coinvolto in una serie di operazioni finanziarie organizzate e gestite dalla sentinella, politica e militare della DDR, la famigerata StaatsSicherheit. La Stasi lo controlla e lo spia, come sospetta e come scoprirà, dopo la caduta del muro, quando potrà leggere il suo fascicolo. La sua vita si complica quando s’innamora della sua segretaria, Annelore Hartmann, cittadina organica del paese. Le contraddizioni della professione e della vita privata emergono evidenti e si sviluppano all’ombra del muro e della Stasi che tutto controlla e tutto determina nella vita dei tedeschi orientali, e non solo. Il banchiere riuscirà, però, a giocare una carta inaspettata che sconvolgerà la vita di molte persone in molti paesi e che ha come sfondo alcuni avvenimenti che hanno cambiato gli equilibri a livello mondiale, soprattutto durante la guerra tra Iraq e Iran. Carlo Maria Gardenghi vuole a tutti i costi sposare Annelore, e non potendolo fare nel modo normale, come succede nella vita di tutti gli altri, percorrerà l’unica strada possibile: farla fuggire in occidente.
L’ambientazione nelle due Berlino divise dal muro conferisce agli avvenimenti quotidiani e ai sentimenti dei protagonisti, dimensioni a volte epiche, a volte tragiche, a volte farsesche sempre tuttavia permeate dal continuo, ossessivo, perverso gioco del sospetto, del controllo e della delazione.
L’autore, che in quelle Berlino ha vissuto, riesce a restituire, assieme ai dettagli della quotidianità, lo sfondo soffocante della presenza ossessiva di uno Stato invasivo e invadente, in nome della sicurezza dello Stato. Ma, mentre a Berlino Est si tramava e si parlava, sottovoce perché la Stasi non sentisse, nella riunificata Berlino si gozzoviglia perché Carlo Maria incontra un cuoco, di cui diventa amico, Giovanni Cancellieri e proprio nel suo ristorante, il Tati, si svolge la parte gastronomica del romanzo ed anche la sua conclusione. Al tavolo dell’ultima cena si ritrovano tutti i personaggi del romanzo, soprattutto quelli che hanno perduto, quelli che prima sostenevano ed erano sostenuti dalla Stasi. Con loro siedono, davanti a un piatto di tagliatelle con i funghi porcini, anche quelli che invece hanno vinto: Carlo Maria, Annelore e la ragazza che la fuga di Annelore ha organizzato.
L’ambientazione nelle due Berlino divise dal muro conferisce agli avvenimenti quotidiani e ai sentimenti dei protagonisti, dimensioni a volte epiche, a volte tragiche, a volte farsesche sempre tuttavia permeate dal continuo, ossessivo, perverso gioco del sospetto, del controllo e della delazione.
L’autore, che in quelle Berlino ha vissuto, riesce a restituire, assieme ai dettagli della quotidianità, lo sfondo soffocante della presenza ossessiva di uno Stato invasivo e invadente, in nome della sicurezza dello Stato. Ma, mentre a Berlino Est si tramava e si parlava, sottovoce perché la Stasi non sentisse, nella riunificata Berlino si gozzoviglia perché Carlo Maria incontra un cuoco, di cui diventa amico, Giovanni Cancellieri e proprio nel suo ristorante, il Tati, si svolge la parte gastronomica del romanzo ed anche la sua conclusione. Al tavolo dell’ultima cena si ritrovano tutti i personaggi del romanzo, soprattutto quelli che hanno perduto, quelli che prima sostenevano ed erano sostenuti dalla Stasi. Con loro siedono, davanti a un piatto di tagliatelle con i funghi porcini, anche quelli che invece hanno vinto: Carlo Maria, Annelore e la ragazza che la fuga di Annelore ha organizzato.