Anni '80, un paesino di montagna.
Con i pochi mezzi a disposizione in quell'epoca, così lontana e perduta, un gruppo di giovani trascorre le vacanze tra scherzi, spensieratezza, allegria, in quel momento di passaggio tra adolescenza ed età adulta, quando l'ingenuità comincia a fatica a trasformarsi in maturità.
Sono raccontate le serate sulle panchine della minuscola piazzetta del paese, quando si stava per ore a chiacchierare, cosa che adesso sembra difficile da concepire, passare ore seduti senza annoiarsi. Sulla piazza però si faceva anche molto altro, si giocava a pallone, spesso mettendo a rischio i passanti. A volte si facevano scherzi stupidi che spesso finivano in maniera disastrosa.
I rapporti con la Chiesa erano abbastanza burrascosi, non sempre per colpa nostra, e ne vengono raccontate le cause e gli effetti.
Sono poi narrati i giochi che organizzavamo in giro per il paese, che a volte si concludevano solo quando vedevamo arrivare la solita auto dei Carabinieri...
Le vacanze duravano poche settimane, poi si tornava tristemente alla casa in città, con qualche rullino di foto da sviluppare come unica testimonianza dei bei giorni passati.
Il messaggio, che fa da colonna portante, è che in quell’epoca, senza cellulari, senza computer, con poche disponibilità economiche, ci si divertiva ugualmente, e spesso ancora meglio, che non al giorno d’oggi, senza la preoccupazione e il timore della droga, della delinquenza, dei molti problemi che spesso avvelenano la gioventù di oggi.
Viene così dipinto un ritratto di un mondo passato da tempo e forse irripetibile nelle sue caratteristiche, ma i suoi valori di amicizia, fedeltà, rispetto sono ancora riscontrabili tra i giovani di oggi.
Con i pochi mezzi a disposizione in quell'epoca, così lontana e perduta, un gruppo di giovani trascorre le vacanze tra scherzi, spensieratezza, allegria, in quel momento di passaggio tra adolescenza ed età adulta, quando l'ingenuità comincia a fatica a trasformarsi in maturità.
Sono raccontate le serate sulle panchine della minuscola piazzetta del paese, quando si stava per ore a chiacchierare, cosa che adesso sembra difficile da concepire, passare ore seduti senza annoiarsi. Sulla piazza però si faceva anche molto altro, si giocava a pallone, spesso mettendo a rischio i passanti. A volte si facevano scherzi stupidi che spesso finivano in maniera disastrosa.
I rapporti con la Chiesa erano abbastanza burrascosi, non sempre per colpa nostra, e ne vengono raccontate le cause e gli effetti.
Sono poi narrati i giochi che organizzavamo in giro per il paese, che a volte si concludevano solo quando vedevamo arrivare la solita auto dei Carabinieri...
Le vacanze duravano poche settimane, poi si tornava tristemente alla casa in città, con qualche rullino di foto da sviluppare come unica testimonianza dei bei giorni passati.
Il messaggio, che fa da colonna portante, è che in quell’epoca, senza cellulari, senza computer, con poche disponibilità economiche, ci si divertiva ugualmente, e spesso ancora meglio, che non al giorno d’oggi, senza la preoccupazione e il timore della droga, della delinquenza, dei molti problemi che spesso avvelenano la gioventù di oggi.
Viene così dipinto un ritratto di un mondo passato da tempo e forse irripetibile nelle sue caratteristiche, ma i suoi valori di amicizia, fedeltà, rispetto sono ancora riscontrabili tra i giovani di oggi.