“El Viaje literario por América Latina, de Francesco Varanini, da su merecido a la crítica
más complaciente y a la vez apuesta por la novela ocasional, no un libro cada año con
formas como fórmulas.” [“Il Viaggio letterario in America Latina, di Francesco Varanini,
non fa sconti alla critica più compiacente e al contempo scommette sul romanzo speciale,
non un libro all'anno con forme come formule.”]
Guillermo Cabrera Infante, El Espectador, Bogotá, Miércoles 27 de junio de 2001
Negli anni Sessanta, gli stessi della Rivoluzione cubana, appare sulla scena letteraria una generazione di scrittori latinoamericani accomunati da una nuova coscienza politica e culturale, da una grande libertà espressiva, dall'esaltazione della natura e della libertà: la “generazione del boom”, che ha in García Márquez l'esponente esemplare. In realtà, ciò che appariva allora nuovissimo non era che l'ultimo frutto di una lunga e complessa storia, dove lo sguardo americano e lo sguardo europeo si incontrano e si scontrano, si confermano e si contraddicono.
Ripercorrendo le strade di una mappa immaginaria che attraversa l'intero continente, l'autore ci fa da guida in un itinerario lontano da ogni canone. Si smascherano cattivi maestri: Neruda, Carpentier; si rileggono le voci più alte: Borges, Lezama Lima; si celebrano autori rimasti fedeli alle proprie radici: Cortázar, Cabrera Infante; si portano alla luce tesori misconosciuti: Felisberto Hernández, Adalberto Ortiz, Andrés Caicedo. Un viaggio ricco di suggestioni, alla ricerca del sogno americano: l'America barbara e crudele, l'America terra festiva e forse felice, l'America sognata dall'Europa, natura meravigliosa che ci strega e ci avvince, mondo nuovo che alimenta il nostro profondo bisogno di libertà e di rinascita.
más complaciente y a la vez apuesta por la novela ocasional, no un libro cada año con
formas como fórmulas.” [“Il Viaggio letterario in America Latina, di Francesco Varanini,
non fa sconti alla critica più compiacente e al contempo scommette sul romanzo speciale,
non un libro all'anno con forme come formule.”]
Guillermo Cabrera Infante, El Espectador, Bogotá, Miércoles 27 de junio de 2001
Negli anni Sessanta, gli stessi della Rivoluzione cubana, appare sulla scena letteraria una generazione di scrittori latinoamericani accomunati da una nuova coscienza politica e culturale, da una grande libertà espressiva, dall'esaltazione della natura e della libertà: la “generazione del boom”, che ha in García Márquez l'esponente esemplare. In realtà, ciò che appariva allora nuovissimo non era che l'ultimo frutto di una lunga e complessa storia, dove lo sguardo americano e lo sguardo europeo si incontrano e si scontrano, si confermano e si contraddicono.
Ripercorrendo le strade di una mappa immaginaria che attraversa l'intero continente, l'autore ci fa da guida in un itinerario lontano da ogni canone. Si smascherano cattivi maestri: Neruda, Carpentier; si rileggono le voci più alte: Borges, Lezama Lima; si celebrano autori rimasti fedeli alle proprie radici: Cortázar, Cabrera Infante; si portano alla luce tesori misconosciuti: Felisberto Hernández, Adalberto Ortiz, Andrés Caicedo. Un viaggio ricco di suggestioni, alla ricerca del sogno americano: l'America barbara e crudele, l'America terra festiva e forse felice, l'America sognata dall'Europa, natura meravigliosa che ci strega e ci avvince, mondo nuovo che alimenta il nostro profondo bisogno di libertà e di rinascita.