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    VISTI DAGLI ALTRI: FILM CHE HANNO RACCONTATO L’ITALIA (I QUADERNI DI MICROCINEMA Vol. 6) (Italian Edition)

    Por ROBERTO BASSANO

    Sobre

    Con la pubblicazione di questo sesto quaderno Microcinema si propone di affrontare un tema complesso e delicato, anche curioso, che alla fine probabilmente lascerà i nostri lettori con un pizzico di realismo in più, ma anche con un po' di amaro in bocca.
    L'Italia vista da fuori, vista con gli occhi degli autori stranieri, non è quell'Italia che noi pensiamo. Forse non è proprio vero che noi siamo riconosciuti con quel carattere distintivo in cui noi italiani per primi crediamo e ci adagiamo: italiani, brava gente. Pare proprio, invece, che questo sia solo un modo di dire e di rappresentarci tutto nostro. Infatti il libro, guardando con attenzione alla cinematografia estera sull'Italia, scopre che la nostra immagine in genere non è molto positiva, come noi ci illudiamo e ci raccontiamo, è piuttosto una ineguagliabile fonte di ispirazione.
    L'Italia, vista con gli occhi dei forestieri che ci guardano, assume spesso le connotazioni ricorrenti dello stereotipo. Sono infiniti i film stranieri che hanno raccontato dell'Italia e di noi italiani e l'autore ha dovuto dipanare una matassa assai intricata per cercare di capire se c'è qualche trama e qualche ordito cui riferirsi con continuità. Ciò che è certo che gli stereotipi appunto la fanno da padroni.
    L'Italia non è certo l'unico paese europeo per cui valga questa regola. Alla ricerca di luoghi comuni per le più banali e generiche identificazioni identitarie in Spagna possiamo citare le corride, il flamenco e le tapas; in Francia la grandeur sciovinista; in Germania wurstel e karthoffen; nel Regno Unito il rito del the, lo humour, la flemma e la nebbia. E chi più ne ha più ne metta.
    Resta il fatto che, se ci mettiamo a individuare gli stereotipi del Bel Paese, l'elenco si allunga a dismisura, e non solo perché lo conosciamo meglio e ne viviamo il contesto, ma perché c'è proprio tanto materiale in offerta.
    Cominciamo proprio dall'espressione Bel Paese, uno stereotipo cosi forte da essere stata individuata addirittura come il nome commerciale di un noto formaggio industriale nostrano, destinato prevalentemente all'esportazione, quasi un brand che segnala e marchia, come sanno i più raffinati cultori dei latticini, non certo il formaggio più squisito del ricchissimo e variegato panorama caseario italiano.
    Una volta trovata la straordinaria definizione di Bel Paese per identificare l'Italia non resta che l'imbarazzo della scelta per riempire di contenuti la cornice. Quasi obbligatorio l'inizio: Napoli (anche per i suoi ricordi bellici), pizza, mandolino e Pulcinella restano probabilmente al primo posto, anche se è doveroso riferire che la pizza la fa ormai da padrona incontrastata perché il mandolino appare in ribasso e gravissimamente malato Pulcinella. Anche Venezia è d'obbligo, con le sue gondole sempreverdi, non di rado accompagnate da un "posteggiatore" venuto da lontano – lui sì vero Pulcinella – per cantare 'o sole mio oppure Torna a Surriento in quella improbabile simbiosi che sembra affascinare orde di extraeuropei, assorti e concentrati, e si direbbe anche convinti. Roma, il romano e il romanesco, per restare al mondo del cinema, hanno trovato in Alberto Sordi un interprete capace di costruire un nuovo, robusto stereotipo. Il mare, quanto è bello il nostro mare: col suo sole morbido e caldo. Cucina semplice ma buonissima. E pasta, tanta pasta. E vino, tanto vino, sempre più buono. Asinelli e carrettini siciliani. Musica, tanta musica: sia Bel Canto che canzonette. Belle ragazze, brune, sorridenti e formose. Amore con la A maiuscola, sia carnale che romantico, lussuria e dolcezza. Baffi e curve oltraggiose, sempre e ovunque (soprattutto nei sogni degli italiani stessi). Notti lunghe e calde. Feste popolari, balli e danze gioiose. Manifestazioni pie incomprensibili, campane che suonano ovunque, come tanti muezzin di bronzo, e la incombente presenza dell'esecratissimo, ovvero amatissimo, sempre santissimo, Pontefice romano. E, infine, mafia, tanta mafia, sempre più mafia. (.
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