Questo romanzo è il sequel di “Derive” e rappresenta la seconda parte della “Trilogia Latina”. Si tratta di un avvincente noir che si sviluppa tra Svizzera, Caraibi e America Centrale e del Sud. Un potente cartello colombiano del narcotraffico tenta di adeguarsi ai tempi che cambiano e di passare all’economia legale per sfuggire ad un destino diversamente segnato. Il cartello persegue i suoi obiettivi con efferatezza: corrompe ricatta e all’occorrenza uccide. Il problema maggiore non è quello di produrre o di fare arrivare la droga nei mercati di sbocco, quanto piuttosto quello di gestire in modo riservato gli immensi proventi del traffico. Entrano quindi in gioco le banche e si confrontano due approcci operativi: a quello tradizionale, fatto di molti istituti sparsi in tanti paesi, e di ricorso a prestanome si vuole sostituire quello della banca unica, controllata surrettiziamente dall’interno. Il passaggio da uno schema operativo all’altro non è né semplice né privo di rischi.
Ma, mentre questa trasformazione è in atto, la DEA arriva a colpire le coltivazioni in Colombia ed un altro cambiamento si prefigura come via di salvezza, quello del passaggio all’economia legale. Tra i capi del cartello si origina una spaccatura insanabile, anche sul piano umano.
Originale il punto di vista della narrazione che è dall’interno del gruppo criminale: la realtà viene vista ed interpretata con gli occhi di narcotrafficanti, assassini, fiancheggiatori e banchieri conniventi. Il cartello di conseguenza viene interpretato come un’azienda, coi suoi problemi, le sue prospettive e strategie; un’azienda illegale dai profitti mirabolanti.
Diverse sono le autorità alla caccia dei narcotrafficanti e del loro tesoro, dalla polizia svizzera alla DEA al FBI: diversi sono gli stili, ma tutti restano un passo indietro rispetto all’evolversi delle vicende.
Ma, mentre questa trasformazione è in atto, la DEA arriva a colpire le coltivazioni in Colombia ed un altro cambiamento si prefigura come via di salvezza, quello del passaggio all’economia legale. Tra i capi del cartello si origina una spaccatura insanabile, anche sul piano umano.
Originale il punto di vista della narrazione che è dall’interno del gruppo criminale: la realtà viene vista ed interpretata con gli occhi di narcotrafficanti, assassini, fiancheggiatori e banchieri conniventi. Il cartello di conseguenza viene interpretato come un’azienda, coi suoi problemi, le sue prospettive e strategie; un’azienda illegale dai profitti mirabolanti.
Diverse sono le autorità alla caccia dei narcotrafficanti e del loro tesoro, dalla polizia svizzera alla DEA al FBI: diversi sono gli stili, ma tutti restano un passo indietro rispetto all’evolversi delle vicende.