Da Tito Vespasiano a Hitler, da Matzada ad Auschwitz. Dalle stragi di bambini innocenti, alle stragi di uomini innocenti. La storia del popolo ebreo è una storia di persecuzioni millenarie in nome di un Dio o un’ideologia.
Odio, vendetta, rivalsa? No. In questo libro non c’è odio. Non si respira il sapore rancido della vendetta. Questo libro è uno sciabordio di fede. Una risacca di fede laica che non concede e non concederà nulla alla macabra follia degli assassini di popoli, agli stupratori della storia che ogni giorno, in questi giorni, massacrano gli uomini per uccidere anche Dio.
Ci sono le storie struggenti di uomini e donne, di bambini e bambine, di giovani che hanno visto i propri sogni svanire, dissolversi all’interno di una camera a gas, dilaniati da un proiettile, spazzati via dalla bomba di un kamikaze in un tranquillo pomeriggio a Gerusalemme.
Solo a volte, tra le sue righe, camminano angosce e ricordi ma poi giunge la certezza: “…Nemmeno un metro indietro, nemmeno un passo, nemmeno un piede. Qui siamo (Yisra’el) e qui resteremo per vivere in pace o in pace morire…”.
Ma accanto a questa dura, implacabile, composta certezza di chi ha giurato sull’Arca che mai e poi mai subirà un ennesimo sfratto, il libro è anche tenero e dolce. Una parola d’onore e d'amore, sulla propria vita e sulla propria terra, sulle future generazioni che qui nasceranno e qui vivranno… Ci sono stati troppi morti per morire ancora.
Odio, vendetta, rivalsa? No. In questo libro non c’è odio. Non si respira il sapore rancido della vendetta. Questo libro è uno sciabordio di fede. Una risacca di fede laica che non concede e non concederà nulla alla macabra follia degli assassini di popoli, agli stupratori della storia che ogni giorno, in questi giorni, massacrano gli uomini per uccidere anche Dio.
Ci sono le storie struggenti di uomini e donne, di bambini e bambine, di giovani che hanno visto i propri sogni svanire, dissolversi all’interno di una camera a gas, dilaniati da un proiettile, spazzati via dalla bomba di un kamikaze in un tranquillo pomeriggio a Gerusalemme.
Solo a volte, tra le sue righe, camminano angosce e ricordi ma poi giunge la certezza: “…Nemmeno un metro indietro, nemmeno un passo, nemmeno un piede. Qui siamo (Yisra’el) e qui resteremo per vivere in pace o in pace morire…”.
Ma accanto a questa dura, implacabile, composta certezza di chi ha giurato sull’Arca che mai e poi mai subirà un ennesimo sfratto, il libro è anche tenero e dolce. Una parola d’onore e d'amore, sulla propria vita e sulla propria terra, sulle future generazioni che qui nasceranno e qui vivranno… Ci sono stati troppi morti per morire ancora.