"Miloš è morto."
A breve distanza dal ritorno dall'ultimo viaggio alla volta dei Balcani, il narratore ripercorre persone, storie e luoghi vissuti per molti anni come se quel singolo drammatico episodio scatenasse un'improvvisa voglia di raccontare e testimoniare la quotidianità vissuta con la gente del luogo.
“Zabranjeno plakanje”, ovvero “Vietato piangere”, è un collage di brevi dialoghi ed incontri, riflessioni su ambienti instancabilmente corrosivi e pennellate di genuina ospitalità, spaziando dal villaggio di poche anime nell'entroterra croato al caos destabilizzante della città di Belgrado.
Minuti ritratti di ambienti e persone come appena colti dal campo.
Un tappeto di sensazioni e constatazioni sulla situazione di una piccola comunità, dal ragazzino che è diventato uomo all'anziana che attende di morire, dalle pubblicità televisive alla scuola trasformata in fienile, dove l'autore cede volentieri il ruolo di prima ballerina al “cambiamento”, quel processo dove un passato mutante e nemmeno troppo recente si confronta continuamente con l'agrodolce presente.
Uno sguardo su una comunità da parte di una persona che quei paesaggi, quelle quattro mura le ha vissute, condividendo momenti felici e difficoltà, sudore, sorrisi e delusioni.
Le immagini sono indispensabili strumenti per completare il quadro umile e silenzioso di Plavno, un piccolo luogo che è da poco “entrato in Europa”.