Come gli capita spesso, aiutato anche da quelle conoscenze di fisica quantistica o da quella delle particelle e dai teoremi che dimostrano o abiurano assiomi matematici, Roberto letteralmente fabbrica un linguaggio di segni per immettersi, traducendo in sorvegliati versi, in una realtà altra da noi ma a noi prossima per la stessa voglia che i suoi extraterrestri hanno di amicizia e di relazione. I suoi viaggiatori mi sembrano alter cosmonauti umani in cerca di ulteriori scoperte guidati comunque da desideri umani e da voglie squisitamente corporali.
Una favola per poeti? o piuttosto una provocazione garbata per chi ha orecchie per intendere e non vuole saperne?
Roberto uno scopo l’ha raggiunto: con le sue cartoline funamboliche, come un novello Fedro o Esopo ci vuol fare intendere che il mondo che ci circonda e i suoi abitanti non sono diversi da noi se ci guardiamo dentro e ci accettiamo per come siamo fatti e per come sappiamo amare.
Eugenio Nastasi
Una favola per poeti? o piuttosto una provocazione garbata per chi ha orecchie per intendere e non vuole saperne?
Roberto uno scopo l’ha raggiunto: con le sue cartoline funamboliche, come un novello Fedro o Esopo ci vuol fare intendere che il mondo che ci circonda e i suoi abitanti non sono diversi da noi se ci guardiamo dentro e ci accettiamo per come siamo fatti e per come sappiamo amare.
Eugenio Nastasi